RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI 61 umana questa, quanto imprescindibili ne sono le conseguenze, disastrose più di tutto pei lavoratori, che non ànno riserve, e per i quali la più breve perdita di salario pu6 significare, immediatamente, la fame. La resistenza dello sciopero è generalmente necessaria di fronte alla logica tendenza del capitalismo al massimo profitto, ma è una resistenza che apporta nelle famiglie degli operai la miseria e lo squallore: i sussidi non salvando che dalla fame. [ minatori che sanno i patimenti dello sciopero sarebbero lieti di eliminarne le cause e commettono a' loro delegati di studiare ne' congressi internazionali il problema della sopra produzione. È interessante conoscere se i delegati - che sono tra. i migliori e più colti operai - si rivelino incoscienti del p1:ocesso ineluttabile dell'economia capitalistica, o se non piuttosto vedano chiaramente dove è il pernio della questione. Nel 5° Congrnsso Internazionale dei minalo1·i, tenutosi a Berlino nel maggio del 94, v'era all'ordine del giorno « la regolamentazione della produzione dal punto di vista internazionale » ì\la la quistione fu rimandata al 6° Congresso, tenutosi ora nel giugno del 95 a Parigi ed è stata infatti la prima discussa. 11 signor Lewy, belga, espose il suo progetto. Disse che non c'è equilibrio tra la produzione e il consumo del carbon fossile, e le variazioni de' p,•ezzi colpiscono i salal'Ì degli operai che vengono 1·idotti, e i profitti dei capitalisti che Yengono qualche volta perduti. Il rimedio consistere in un accordo internazionale per regolare la produzione e fissare il prezzo di vendita secondo il saggio de' salari. Si stabilirebbe un salario minimo. Un comitato internazionale regolerebbe la produzione di ogni paese, con facoltà d'autot•i7.zare un aumento a condizione eh' esso se t'va esclusivamente al consumo interno e non all'espo1·tazione per fare concorrenza agli altri paesi produttori. Il larnro nelle miniet·e non doYrebbe sorpassare le otto ore e non si dovrebbe permettere che eccezionalmente un lavoro supplementaee. Il Comitato co::-tituirebbe come un ministero internazionale delle miniere. Lasciamo da parte la nota questione della gior·- nata di otto 01·e.. -\lcuni distretti ca1·boniferi nrnno gfa etl è verosimile che altri ancora l'ottengano; l'adozione genernle, pol'lerebbe il suo contributo a diminuir·e la sopraprocluzione. Cna Commissione, infatti, incat·icata dalla Bi·itish ll'on T1·ade .'1s~ociation cli studiare gli effetti probabili della applicazione della giornata di otto ore, disse sembraifacile che alla riduzione proposta delle ore di lavoro debba corrispoudere uua diminuzione dell'estrazione del 22 0JO, quando la misura sia generalmente adottata, e nelle otto ore si comprenda il tempo necessario alla discesa e alla salita. Il Congresso, da canto suo, approvò la proposta perchè venga stabilita legalmente la gioruaia cli otto ore. Quanto ..al signor Lewy, gli rispose a nome dei tedeschi il Moller che dimostrò l'impossibilità pratica del progetto, il quale supporrebbe come un'alleanza che non può esistere tra i capitalisti e i lavoratori, e afferm6 che qualsiasi regolamentazione di produzione à bisogno di altra costituzione economicosociale che non sia la presente. Per gli inglesi parlò lo Smeille, del partito indipendente del lavoro, dichiarando che un rimedio poteva solo trovarsi nella nazionalizzazione delle miniere. Il Wilson, un altro inglese, ebbe una maniera molto pratica di chiudere la discussione: riconoscendo l'utilità di regolamentare la produzione, propose cli sottomettere il problema agli studi del comitato internazionale che il congresso elegge ogni volta alla fine de' suoi lavori. Un commento a tutto ciò sarebbe veramente fuor cli luogo, tanto è chiaro e promettente il significato di quelle due risposte, dopo le quali il progetto Lewy fu rimandato dai rappresentanti di 750,000 voti contro quelli di 200,000. E le raccomandiamo alla meditazione di coloro che ne' dissensi de' lavoratori, vogliono vedere l'incoerenza d'indirizzo deile rivendicazioni, preludio alla disorganizzazione del partito socialista. Di questo 6° congresso la stampa socialista s e forse occupata troppo poco; e l'altt·a à trornlo soltanto di doverne dedurre la solita vanità dei congressi, il solito pericolo cli certi soggetti che i male intenzionati agitano agli occhi delle masse ignoranti, ecc. ecc., il tutto, s'intende, fra il compatimento sublime per qualche disacco1·cloavvenuto fra i delegati operai. Noi, invece, appunto nelle incertezze immancabili fra tanta complessa difficoltà di questioni; in quelle incertezze spiegabili pel' lo stato odierno delle coscienze degli operai venuti ultimi alla vita politica e accorsi appena da ieri all'organizzazione; in quelle incertezze necessarie per i molteplici interessi cui :i tocca, e per le diverse condizioni politiche e giuridiche onde i proletari 3volgono la loro azione; noi, proprio in quei disaccordi che maturano sempre un'idea, scorgiamo le fasi di sviluppo della vita del proletariato. Il quale, tra i pensieri e le aspirazioni sue enunciate discusse contraclette dalle associazioni alle federazioni ai congressi, vien disegnando a poco a poco, sempt·e pit1 chiat·o, sempre piit avanti, il corso della germinante rivoluzione. B. SALEMI.
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