Rivista di politica e scienze sociali - anno I - n. 3 - 15 agosto 1895

RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI 41 col suo valore di lavoro. Se si lascia cadere questa forzata ipotesi, l'argomentazione perde ogni validità, e svanisce ogni connessione tra la rata del profitto medio e il rapporto di valore. Qui noi non possiamo naturalmente addentrarci in questa obiezione, non toccata da Marx se non molto brevemente. Limitiamoci quindi a rilevare semplicemente il punto essenziale: Tutto il prodotto consta di mezzi di produzione che devon continuare a servire come elemento dei capitali produttivi, e di mezzi di consumazione, la cui maggior parte è necessaria al mantenimento degli operai. Ora, se per esempio la somma dei prezzi di tutto il prodotto si eleva al di sopra del valore suo, anche gli elementi del capitale, cioè la somma dei mezzi di produzione e delle forze di lavoro dovranno in media partecipare corrispondentemente a questo accrescimento di prezzo. Nei mezzi di produzione ciò s'intende da sè, ma lo stesso vale anche - in certi limiti - per le forze di lavoro; perciocchè il salario si regola secondo le necessarie spese di mantenimento del lavoratore. In quanto il crescere del prezzo di tutto il prodotto sul valore si riflette in un aumento di prezzo dei mezzi di sussistenza, anche le necessarie spese di mantenimento del lavoratore devono crescere corrispondentemente; e se il lavoratore dev'esser mantenuto al livello del suo minimo di esistenza, deve crescere corrispondentemente ìl suo salario in danaro. L'accrescimento del prezzo di tutto il prodotto sul valore del lavot'O ha quindi per effetto (almeno~ nella tendenza) un corrispondente aumento di prezzo degli elementi del capitale, dei mezzi cioè di produzione e delle forze di lavoro, e pe1' conseguenza un aumento del capitale in danaro da anticiparsi in tutti gli esercizi. Se dunque la somma dei prezzi di tutto il prodotto supera anche il valore suo, ciò non è in sè ancora nessun aumento del tasso del guadagno, perciocchè col prezzo di tutto il prodotto cresceranno di prezzo corrispondentemente gli elementi del capitale. La rata del pro/Uto medio, o il rapporto di tutto il profitto con tutto il capitale in danaro che fu anticipato, non sarà quindi toccata - quanto alla tendenza generalo - cla un aumento di prez~o di tutto il prodotto sul valore cli lavoro. Lo si vedo: Anche se noi abbandoniamo la nostra pl'ima ipotesi, cioè, che tutto il prodotto sia venduto al sno valore, la rata del profitto medio rimane sempre dipendente dal rapporto di valore di sopra sviluppato, cioè dal rapporto della somma di sopravvalore annualmente prodotta col valore del capitale anticipato. La legge del valore si conferma quindi, anche di fronte al fenomeno dei prezii della concorrenza, che sembrano contraddirla interamente, ed essa rimano come il nece sario punto di partenza toorico, come la inevit<1bilo ipotesi apportati·ice di luce. Senza di essa cessa quabia::;i cognizione teoretica nel congegno economico della vita capitalistica. Ci manca lo spazio pet· addentrai·ci maggio1·mentc nel 1·icco contenuto del Lel'ZOvolume del Capitctle di Marx; nelle indagini sulla diminuzione della rata del pl'ofitto medio, sulla divisione del profitto in guadagno commerciale, interesse e rendita fondiaria; e nell'analisi dettagliata della rendita della tol'ra. ~Ii sembrò più importante di mettere in rilievo il carattere distintivo del terzo volume: che c10e Marx, dopo che nei due primi volumi furono sviluppate metodicamente tutte le conseguenze della legge del valore, confronta in questo terzo i risultati ottenuti con le evidenti no1·me del pt'ezzo nella concorrenza, e fa vedere l'antitesi di quei risultati con queste norme, ma in questa antitesi constata di nuovo la loro concordanza. Poichè la normalizzazione del prezzo della concorrenza significa senza dubbio, come vedemmo, una divergenza dei singoli prezzi delle merci dal loro valore; ma d'altra parte anche una convergenza della rata del profitto medio, che sta in fondo a quella norma del prezzo, col rapporto di tutta la somma del sopravvalore al valore capitale anticipato. J\fa l'intendimento di questo rapporto di valore presuppone lo sviluppo della teoria del valore, condotto assolutamente in modo logico e conclusivo sino alle più estreme conseguenze, quale fu dato da Marx nei due primi volumi. Tutto è connesso fermamente e sicuramente nel piano di quest'opera maravigliosa, condotta con uno spirito che vede anticipatamente di lontano. Essa è un documento del pensiero umano, come ve ne ha pochi. Ma senza dubbio il piano ne fu condotto a termine solo in parte. I manoscritti che vengono in luce in questo terzo volume, furono composti - ancora prima dell'apparizione del primo volume - a propria istruzione dell'autore e non già per la stampa. D'onde, le ripetizioni, le digressioni, la frequente oscura brevità anche in quistioni importantissime, che contrasta stranamente con la prolissità con cui sono trattate occasionalmente cose accessorie. C' e bisogno di lavoro paziente dapartc del lettore, per penetrare qui da pe1·tutto nel nocciolo es- ;;cnzialo del -pensiero. ~,Ca ne vale la pena! Un progresso reale - ciò si può predire sin da oggi sema pericolo - non sar,t pi(1 fatto nell'economia politica teoretica, se non in connessionne critica con Ì'opera cui ?l'iarx consacrò la vita. CoNRADScu.1110-r Professore ali· Univc1sità di Zurigo. SPERIMENTALISMO SOCIALE (Le Otto ore di lavoro) In questa rubrica, ogni volta che se ne presenterà l'occasione, la Rivista darà a' lettori i risultati sperimentali su i prnblemi più discussi di legislazione sociale. Cominceremo oggi illustrando di due esperimenti, seguiti uno in Russia e l'altro in Inghilterra, la quistione delle otto ore di lavoro. Russia: - La fabbrica di carta di Dobruscha, vici no Sommelis, è la prima che abbia applicato la giornt,ta di otto ore. li capo cli questa fabbrica, il signor Stuhschinski, i publicato un opuscolo nel quale na1Ta i vantaggiosi risultati della riforma. Gli operai

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