40 RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI ricevere nel prezzo delle merci le sue spese (somma dei salari e spese· pei mezzi di produzione usati) cresciute dal sopravvalore prodotto dai suoi operai. Come vedemmo, questo sopravvalore è 1>iù o meno grande secondo che è più o meno grande la massa degli operai o,)cupati, e quindi la parte del capitale variabile. La concorrenza intanto regola i prezzi in modo che il capitalista ricavi le sue spese e un profitto corrispondente al saggio del guadagno medio, da tutto il capitale anticipato nel processo di produzione. In altri termini: Il valore di un prodotto capitalisticamente formato include, oltre alle spese cleil' imprenditore, il sopravvalore; il prezzo di un prodotto capitalisticamente formato include oltre a,lle spese, il guadagno medio. E mentre il sopravvalore deve regolarsi su la grandezza della parte variabile del capitale, il guadagno medio devo regolarsi su la grandezza cli tutto il capitale anticipato nel processo della produzione. Il guadagno reso da un prodotto del capitale divergerà per conseguenza dal sopravvalore in esso contenuto e quindi anche il prezzo del prodotto del capitale (il guadagno forma cli certo una parte cli questo prezzo) deve divergere dal valore dello stesso. L'antitesi è chiara e sa,lta agli occhi appena siano dedotte rigorosamente tutte le conseguenze che si devon doclurrn dalhL logge del va,l01·e; comO"i\fa1·x htL fatto nei dne 1Jrimi volumi delhL smL opera,. Ciii avvo1·sari della teoria del valo1·0 di .\Jarx, - e tra gli economisti uflìci,di ossa non h:L che avversad per ragioni facili ad intendersi - scor;;eranno in rpiest'antitesi una splendid,L confutazione dell,L teoria del v,dorn. Secondo costoro tuU,L l,Lsto1·i,Ldel v,dore sa,reulrn falsa, e vana, i\1,Lrx avrebbe evidoutomente stauilita la su,L dolt.rina economic,L solo por furberia socialistica, perciocchè, se ogli stesso a rrt va al risultato, che gli effettivi prezzi delle merci divergono dal valol'e in lavo1·0 delle merci stesse, non e' è chi non vegga, che l,L determinazione del va loro secondo il lavoro non ha proprio nulla da fare coi reali valo1·i di scambio e coi prezzi, o che per conseguenza, quella, determinazione del valol'o sia metafisica inutile e pericolosa. Viva, l'oclottismo, hL teoria dei « tre fattori della prnduzionc: lavol'O, capitalo e natura »; la dottrina della « offerta e della domanda» la teoria dei «Servizi» e della « utilità finale», nelle quali svanisce ogni rigol'osa detc1·minazione, e il cui chiaroscuro è cosi tranquillizzante per il pensiero come per il sentimento dei borghesi! La legge del valore è ipotesi fatta pet· la spiegazione della realtà. Se i prez;:;i naturnli clella conco1Tenza non stessero in alcun rapporto con la legge del valo1·e, se cioè essi fossero intelligibili anche a/: fatto inclipenclentemente cla quella i11otesi, in tal caso gli avversari avl'Obbero certamente ragione. ~la il fatto che i prezzi naturali delle singole me1·ci divergono dal valore delle stesse, non prova per sè menomamente nulla contro la necessità della teori,L del valore. Esaminicimo la cosa piit da vicino. Il « prezzo natu1·alo » include le spese cli produzione, cresciute del profitto medio del capitale anticipa,to. E quando il p1·ofitto di un capitalo è J)ro/itto medio? Quando il saggio percentuale, secondo il quale il profitto reso dal rispettiYo capitale si riferisce al capitale anticipato, coincide col saggio generale medio, secondo il quale anche gli altri capitali rendono guadagno. ]\'la da che dipende a sua volta la misura cli questo saggio, cioè la rata del profitto medio generale, secondo la quale la totalità dei capitali rende guadagno? Qui è affatto vano il richiamo alla conco1Tcn,;a, che ci lascia completamente in asso. Con la concorrenza dei ca1,,itali cercanti dapertutto le maggiori probabilità di guadagno si può spiegare soltanto, che il saggio del guadagno nei diversi rami tendo ad agguagliarsi, ma non s'intende nulla dell'altezza di questo stesso saggio di guadagno agguagliato. Qui noi, se tutto il fenomeno non deve rimanere completamente inesplicato, siamo riinanclat{ alla ipotesi della teoria del valore: Tutti i capitali elio occupano lavoratori (supposti come dati e l'altezza del salario e il tempo del lavoro e la intensità sua) producono sopravvalore in ragione del numero degli operai da essi occupati. Ciò che vale dei singoli capitali, vale della somma di tutt' i capitali. In tutta la svariata ma,ssa di merci, che ,Lnnualmente è lanciata sul mercato dalla cla,sse capit,Llistica, è contenut,L lllHL qm,ntitiL ben determinata di tempo di lavoro non pagato o di sopravvalore. Ora se la concorrenza Javon, ad un liYellamento delle rate di profitto por lo di verse branche, e fa deviare per conseguenza i singoli prez7.i dello merci ora, più ora meno dai valori, è sempre possibile, e fo1·se probabile, che le divergenze dei proui dai vttlori si annullino mutualmente per rispetto al 1n·odotto collettivo, o che questo quindi rnggiunga un prezzo corl'ispondonte al suo valore di la,voro. ,\1unwsso clw debb,L csso1·e cosi, è chi,L1·0, che in questo casu il tas,o secondo il quale il c,Lpit,du colleti,ivo i11dust1·i,de - quindi anche bL mcdi,L dei c.lpii,,di i11Llividu,di- l'entle p1·0/ilto, è (letel',ninato dalln legge del valore. l'orciocchè, se ht somm,L dei pl'Ozzi p,Lgata pc! prodott0 tot.dc deve corri ·pondero al valore di laYoro del pl'odotto stesso, allorn la classe indust1·iale capitalistica ottio110 110!p1·07.zo del pl'odotto totale il valo1·0 delle spese cl'esciut,L, di tutta la somma del soprnvvalore ca1·pito i.dl,l classe operaitL. Ii guadagno netto, o profitto dell,L classe industriale capitalistica, non è se non quust,L somma, di sopl'avYalore conve1·tita in dana1·0; lct rata elci profitto del capit,do collettivo industrialo, il tasso quindi seconde il quale anche la medi,L dei singoli capitll.li rende guadagno, è dato d,Ll rappot·Lo della somma di sopravvalore annualmente cal'pito ,Llla,cl,Lsse operaia,, col valore cli tutto il capitale anticipato. r prezzi naturali delle merci della concO!'l'enza divergono quindi effettivamente, a causa del livellamento dei profitti, dai valori immediati delle merci, 111aquesta stessa divergenza nnn è intelligibile se non sulltL base della teoria del valore. Giacché l,L mta del profitto medio, su la quale la conco1Tenza tendo a 1·0golare la formazione del prezzo, non è essa stoss,L determinata dalla co11co1Te11za,ma da un rap1io1·to cli valore, cioè dal rapporto cli tutto il snpravoalore con tutto il valore del capitale anticipato. i\Ia si obbiotte1·(L, tutta questa deduzione non lm però consistenza se non nella, ipotesi, che effettiva,- mente i I prezzo di tutto il prodotto debba coincidere
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