48 RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI caratterizza essenzialmente la fabricazione moderna, e segna l'avvento di un éra nuova e una trasformazione importante dell'operaio. Sempre di più le applicazioni constantemente sviluppate dol macchinismo fanno evolvere il tipo di ope1·aiomanifatturiero v01•so il tipo di commesso di commercio. All'estremità della grande industria, anzi che avere le macchine che mettono una grande forza al servizio d'un operaio abile e capace di discernimento abbiamo precisamente il contrario: l'operaio non è più che il servitore della macchina, come si dice assai giustamente. So presenta la materia prima, la mette in moto, l'arresta, regola il suo movimento, ma è la macchina che compi e ciecamente il compito che le viene assegnato dal suo costruttore. Dopo la triplice indagine l'A - che è bene notare resta sempre in Inghilterra - viene a una conclusione generale. Dato il mo,imonto evolutivo dello industrio, lo meno compromesse fin oggi dal macchinismo, quelle che restano ancora nell'antica forma, sono in balia della prima invenzione, e in un secolo che ne vede ogni giorno di nuove. Così che il fatto di appartenere a un mestiere qualsiasi, non è per l'operaio una garenzia contro la mancanza di lavoro. Non c'è piit sicurezza pel lavoratore nel SU" 11,ttaccamentoa un mestiere; il lavoratore non vi trova più la protezioné· contro la disoccupazione, contro la forma cioè più ac,uta della quistione operaia; contro la crisi più temuta che possa colpire l'operaio. In un libro dove si leggono di codeste affermazioni, il lettore s'aspetta o che l'A. si arresti alle f constatazioni, o che venendo a parlare di soluzioni e toccando perciò al socialismo, si chieda o indaghi - prima di affermare checchessia, - se data codesta fatale evoluzione industriale, se data l;attuale struttm•a economica, il socialismo preveda le tendenze a venire, e se prevedendole sbagli nelle sue logiche deduzioni. Nossignore; il signos De Rousiers con una sconoscenza fenomenale del socialismo scientifico si contenta di enume1•aro gli spropositi scappati a qualche sociali- :ta più o mono noto in Inghilterra. E arriva fin nnche a scrivere questo: « Il socialismo, con le· sue soluzioni di apparenza facile, seduce. ».... ecc. Ma di che socialismo Egli parla il Sig. De Rous ieT alla fine del secolo decimonono? Veramente di codesti oppositori del socialismo, alla Garofalo, i quali scambiano il loro pro-concetto e il loro misoneismo organico con una dottrina economie a che conoscono solo a traverso le utopistiche concezioni di un passato - morto oramai - a traverso le castronerie di alcuni socialisti, e le volgarità stupide dei giornali, ce n'è tanti e tali che il valo1•oso stuolo non avrebbe pe!'duto nulla se il Signor Dc Rousiers non ne avesse fatto parte e avesse piuttosto cercato di essere più intelligente di quella materia che certo con fatica à raccolto, meno ignorante di quella dottrina economica della quale vuol parlare e che vuol giudicare, così, qua e là con dei periodotti. che dimostrano quanto sia completamente inorganico il suo pensiero. Basta per tutto il capitolo dove l'A parla dei meizi di elevazione alla portata dei lavorato1•i inglesi per risolvere la quistione operaia. Nientemeno .... risolvere! - b. s. - HECTOR DFPASSE, Du travail et de ses conditions Paris, 1895. « Fare il suo posto al lavoro nella società, e ciò facendo ingrandire e arricchire la vita sociale». Queste vaghe parole l'A. torna a scrivere oggi. E scrive ancora: « L'esistenza di due classi, cento anni dopo la Rivoluzione francese, in un paese di eguaglianza e di libertà, che à giurato in faccia al mondo l'abolizione delle classi, è dirottamente contraria a' nostri principi». Una tal confusa concezione di ciò che fu la rivoluzione francese e di quanto possano valere i principi negli avvenimenti storici e perciò ne' fenomeni sociali, mostra nell' A. tutto il lato debole della sua educazione mentale. In questo volume, col suo stile sempre smagliante il Signor Depasse propugna le Camere e i Consigli del lavol'o. La Democrazia - scrive - domanda leggi che i legislatori del principio del secolo non avevano previste. Ma la Rivoluzione francese si continua sotto i nostsi occhi. La repubblica francese s' è sforzata di mettere più equità e più libertà nella società industriale. Queste leggi, è vero, sono state fatte sempre senza coordinazione nè metodo. L'istituzione di Camere e di Consigli del lavoro, dove i padroni e gli operai potranno dire il loro pensiero sulle quistioni che li riguardano, sembra il completamento naturale di molte di quelle leggi. E l'A. parla in seguito di molte cose: del lavoro, dell' isti-uzione; tornando alle sue Camere, dà uno sguardo alle esperienze fatte all'estero; e poi tratta dell'origine della istituzione deli'assicurazione operaia, della mancanza di lavoro, delle condizioni morali dei lavoratori che verrebbero certamente elevate dal contatto co' i padroni e dalla discussione. Dice poi - La istituzione dei Consigli non è soluzione de' problemi economici del nostro tempo ma darà il mezzo di risolverle. Che cosa fa dunque? metterà gli operai e i padroni sul piede di uguaglianza, collaboratori d'una stessa industria, cittadini d'una stessa nazione. La quale affermazione ci pare, per lo meno molto afrettata. Tuttavia, a traverso una grande mancanza di coordinazione scientifica, il Sig. Depasse à scritto: in qÙesto libro, delle pagine forti di pensiero belle di forma, come anche delle altre ... le quali non parrebbero dello stesso autore. - b. s. - Fino a nuovo avviso, durante le vacanze parlamentari, indirizzare manoscritti e vaglia all'on. Napoleone Colajanni, - Castrogiovanni. Per cambiamento di indirizzi rivolgersi al Sig. G. Montalbano, Vicolo di S. Nicolò da Tolentino N. 13 Roma. Dr. Napoleone Colajanni, direttore-responsabile. Roma, Tip. Tiberina, Via della Lupa, 30.
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