46 RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI più importanti e più nobili dell'etica cl'istiana non sono propri della fede cristiana: la psicolo;;ia popolare comparata dimostra, che essi erano più o meno riconoscinti · ed esercit'.l.ti alcuni millanni prima di Cristo. << Come legge !l1oralc più clernta della religione ra1.ionale resta l'amore dell'umanit.iL e precisamente nell'equilibrio naturale fra egoismo ed aJtruismo, fra amore di sè stesso od amore degli altri ... L'odierna c11ltura nmana deve una buona parte delhL sua pe1·- fezione allo svilnppo e all'ingentilimento della morale cristiana, sebbene l'alto valore suo sia stato spesso pregiudicato in modo doloroso dall'unione con miti insostenibili e con le cosi dette rivelazioni». « D'altronde una parte importantissima della stessa nostra coltura e della morale moderna si è sviluppata indipendentemente dal Cristianesimo in ispecie per la ininterrotta cultnra dei tesori intellettuali dell'antichità classica ». « Contro l'etica monistica fu mosso il rimprove1·0 che essa seppellisca la cultura attuale e faccia progredire specialmente le tendenze cont1·arie alta coltura della moderna democrazia sociale. Crediamo affatto ingiustificato questo rimprovero. L'applicazione di principi filosofici alla vita pratica, e specialmente alle quistioni sociali e politiche pnò farsi nei modi' più di versi». « Il rimprovero dell'ateismo, che si solleva contro il panteismo e contro il monismo, che n'è la base nelle sfere colte dell'epoca presente, è erroneo. Jt del pari erroneo che il monismo distrugga la poesia e non soddisfi ai bisogni del sentimento dell'uomo; invece, come dimostrò Strauss, il culto della poesia e del bello è destinato a sostenere una parte molto maggiore nella nostra nuova f'ede ». E conclude: « Lo studio monistico della natura come conoscimento del vero, l'etica monistica come educazione al bene, l'estetica monistica come culto del bello, questi sono i tre rami principali del nostro monismo; col loro sviluppo armonico e concatenato ,·aggiungiamo quel vincolo fra religione e scienza, che ver:imentc soddi;;fa e la, cui mancanza e n.ncora sentita tanto dolorosamente da molti. Il vero, il bene ,:ol bello sono le tre sublimi divinit,L, dinanzi ,t ciò pieghiamo devotamente le ginocchia: nella 101·0unione naturale e nel completarsi a vicenda otteniamo il l'uro concetto di Dio. A questo ideale di Dio 11110e 1,l'ino, a questa n,it11ralc trinità del monismo innalzerà altari il secolo ventesimo che si a Hicina ». Le persone religiose, nel senso ordinario della paJ"Ola, si dichiarera,nno soddisfatte di questa conciliazione tentata trn la scienza, e la religione e che riesce al panteismo? r--;essuno può ponsado: la ,inova f'ede 1·imarri il patrimonio di una scarsa falange di uomini elevati quantunque ci sia stato qualche padre della Chiesa cristiana, che di Dio e della, natura foeo una medesima cosa. Certo e poi che Hack.el apprezza cr1uamente il cristianesimo e non ostenta pel medesimo il disp1·ezzo. che taluni con tanta leggerezza 111anifestano. 'fra le pagine più belle dello scri1,to sono quelle consacrate alla sintetica esposizione della evoluzione Liologica dal metazoo all'uomo e dall'anima dell'uomo del selrng-gio più basso all'uomo più ciYilc. :Si s t che il profcsso1·e di lena condannò la democrazia sociale in nome del darwinismo; e la condanna è ripetuta in questo disco1·so; ma mi pare che vi manchi l'assol11tis1110 di una volta cd è significante che 1·iconosca che l'applicaziouo pratica dei principi della scienza. 111oderna nello quistioni politiche e sociali possa farsi nei 1110cli ,,iù clivasi. E la si è fatta. L'A. che gi11sta111ente si mostrò rise1·vato sul proble111a dell'unità degli aton1i, inYece ~i n1ostra, come semp1·e, troppo sicuro nell'affermare la soluzione del problcrua cjelle origiui del 3one1'e umano. Rileviamo, innno, che nelle nulllerose ,wte e' è una vera bibliog1·afia. specialmente tedesca, sul monismo; e in tali note spesso l'Hack.el polemizza mostrandosi, assai aspro verso taluni scienziati - e ti·.:t i s9mmi ve1•so il Du Bois Reymond - mentre tra gli itvYersari rende meritat'.l omagtio al \\"irchow. lEA~ HEIMll"EH: Lei guel"l"e et la f,·o,itière du Rhin. Paris, .·\. Golin et G.ie 1895. È un elegante opuscolo di chi ha fritto una sua specialità della quistione Franco-Alemanna e che vorrebbe vedel'la l'Ìsoluta pacificamente pur respingendo l'idea sostenuht da Pan-Aryan (probabilmente 1111 pseudonimo ì e da Love, che Yorrcbbcro di vide re l'Alsazia-Lorena tni la Gernu,nia e la F1·ancia, se-· condo il linguaggio degli abitanti, e l'altra caldeggiata da \Vi1'th e dn,i tedeschi, che vorrebbero mantenuto lo statu quo. Heimwch propone umi tra.ns,tzione soddisfacente agli interessati - Fntncia, Gcrm,ini,t e Alsazia-Lorena - e si crede incoraggiato a propol'la da circostanze fayorernli del momento. Se Frnncin, e Germania unite nello esti·emo 01'ionte, e;;li dice, hanno consolidato la pace e fatto ope1·a giusta impedendo n.l Gi,,ppO!lC di aùusue della Yitto1·ia e di itnncttcrsi alcu1rn parte del continenw chinc,se, perché le due potenti n,tzioni non s'intondcrebbe1·0 n.pplicando sulle 1·ivo del Hono. i p1·inoipi, che lntnno fatto pre\·ale1·e sulle sponde del n1ai-e Giallo? L'A. consiglia alla Gernrnni,t di retrncedere l'Alsazi,,-Lo1·enrt alla Fr,,ncia cd fL quest,t di diirc ·in compenso alla p1·inrn 11n:t grnnde colonia di popobtmento. L'idea e generosa; ma fo1·so per la Uermani,1 che ha giù, spe1·i111cntato le delizie coloniali il compenso ·arebbe troppo magro. I~ ve1·0, bensì, che il possesso delle due p1·ovincic fra,nce,si non Rr1'CCtt utile ,di' illlpcro eo,m·ingendolo, i1111110al resto dell'Enl'Ojlit continentale, in 11110stato dis,tsfrosissin10 di pace armata. Heimweh, che si sc,13lia contro la guerra e liLconsidera, come il pe;;gio1·0 flagello, che aftligga l'umanit,ì, crode che il momento di p1·opugna1·e t,,le soluzione pacifica sia oppt1rt11no; e l:t oppo1·t11nità deduce dal fatto della comune azione spiegata dall:i Franci,i o d,illa Gc1·m,,nia noll'estren10 01·iente e dal disc1·cdito in cui sono caduti i Bismark e i Kocller al di là do! Reno.
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