Rivista di politica e scienze sociali - anno I - n. 2 - 30 luglio 1895

RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI 25 bia per programma la persona del ministro, sia pure Hi,:mark o CaYOur, o Gladstone. Questa non soltanto è decadenza politica, ma decadenza del carattere, cessione della per onalità, della libertà di scelta, dell'indipendenza indiYiduale. Si è Yeduto come spettacolo, fra ridicolo e mo st1·uosò, candidati ministeriali battersi fra loro per un collegio, e il goYemo prender partito per uno di loro e combatter l'altro; il quale, se fosse riesci to, sarebbe stato egualmen le gregario del mini- ;;t1·0 che lo combattern. Miseria di carattere degli uomini, che, per ambizione di servire, rinunziano alla loro indipendenza! Ho conosciuto uomini eminenti per altri titoli, i quali, pur riconoscendo la carie che rode il ministero attuale, si sono prost1·ati per essere sostenuti nella lotta apparentemente politica, facendo avanti tempo dedizione della lot·o Yolontà a chi estimano poco degno. Non è questa una degenerazione che non risparmia nessuna individualità nella crisi che si attraversa? Chi ci guarirà? Forse la scuola? É un' illusione il pensa1\lo; l'insegnamento della Yit'ttt è una semplice astrazione, la quale è impotente a vincere o a resistere all'esempio giornaliero della corruzione in tutLi i fatti sociali, in tutta la vita pubblica. Nella lotta disperata per la vita, nel desiderio acuto di pl'imeggiare, nella vanità cieca di fa1,si superiorn o potente, ognuno Yede che i mezzi e le vie normali non set·vono allo scopo, Yede anzi che vincono tutti colol'O che camminano per le Yie anormali e sì an-erte quindi, che fare il Catone non giorn, ma nuoce; conserrnre la propria digniti1 e il proprio cal'attere 1101s1olo è iugenuifa, ma porla al disprezzo o alla persecuzione e alla miseria. Chi è cosi fol'lc· a 1·esislerc a lauto disasko? Come i pl'Ccetti rno1·ali che si diurno alla scuola po:,sono esser dighe al dilagare della co1n1zio11e co11 esempi apcl'ti e numerosi? Come in tulle le epoche di decadenza dei cat·altet·i, espressione della decadenza della dignita umana, ecco sorgere il misticismo, un nuoYO rifugio delle anime deboli e paurose, che è indice della maggiore impotenza umana. Chi non trorn dentro di sè la resistenza, la in\'Oca dal di fuori, da un essere supcriot'e che possa re ·istc1·e peL" lui. Così l'umana fiacchezza, divenuta co ·cienle, giunge al suo massimo gL"ado, e Yi succede l'abbandono. Degenerazione del c,watlerc e misticismo, anche oggi, sono due alleati che agg1·ayano la c1·i.-i come nei tempi più fune:sti. G. SJ<:RGI. Si prega vivamente tutti color-oche hanno delle schede cli associazione a volei-le mandare al più pi·esto, pei· evitare un ritardo nell'invio della Rivista. ILPROBLEMA AGRARIO IN TALIA (Contin«a;ione eflne - Vecli Num.precedente). 2. Che cosa abbiamo fatto noi, appena risorti a dignità di nazione libera, per scoprire l'i11cog11ilrt che l'inchiesta agraria lamenta? La nostra intensa preoccupazione e stata quella di salire alle vette eccelse della grande nazione, e siccome l'apparenza governa la vi1a dei popoli come quella degli individui, noi ci siamo abbandonati al lusso; lusso in tutte le manifestazioni della nostra vita politica ed economica: il lusso dell'alleanza coi due imperi dell'Europa centr:ile, contrastando anche a tendenze etniche; il lusso d'un esercito numeroso con tutto il corredo di munizioni e corazzate ; il lusso di un immenso palazzo per il ministero della Finanze, che è tutta un'irrisione; il lusso costoso e fatale di strade ferrate elettorali: il lusso pazzesco di trasformare un paese naturalmente agricolo in un paese forzatamente industriale. E quindi, tutto uno spostamento di capitali dalle sorgenti perenni della vita ai torrenti impetuosi del godimento momentaneo. E lo stato, che ha dato questo movimento alla circolazione della ricchezza, che finisce in un vero gaspillage (I) , ha portato nella mente e nel cuore di tutti i cittadini una vera perturbazione dei concetti economici. Si è giunti a questo stato di parossismo psichico, a questa rivoluzione fisiologica, che non si chiede nemmeno più, come i romani della decadenza, pauem et circeuses, ma s'invocano soltanto i circenses. E le popolazioni chiedono, a mezzo dei loro rappresentanti, e ottengono dai comuni, dalle provincie, dallo stato, dotazioni per spettacoli teatrali, dotazioni per esposizioni artistiche, dotazioni per corse di cavalli e di velocipedi, dotazioni per incoraggiare la pittura o la musica; mentre otto milioni di villani (2) stentano a condire la poca polenta col sale, di cui si sopporta in pace t·aumento del prezzo. Il belletto che copre la nostra miseria avvelena pure la nostra coscie!!za. Che cosa ha fatto il governo per illuminare, se 11011 per iscoprire, l'incognita agricola? La relazione della grande Inchiesta risponde a questa domanda, e a p. 13 dice proprio cosi: « Le classi dirigenti, il Parlamento, il governo della nuon Italia, sebbene sieno usciti dalle citt:\, anzichi: dalle campagne, non possono essere accusati di avere sconosciuta, in massima, l'importanza degli interessi rurali. Fecero anzi di più. Crearono, fin dal giorno dell'inaugurazione del regno, un ministero speciale per l'agricoltura, per l'industria e per il commercio, con '.ln titolare che e membro del Consiglio della Corona. » Ris11111 /euealis ! Il Ministero d'Agricoltura, industria e commercio, che dovrebb'essere davvero il più importante in un paese che conoscesse le basi della propria floridezza, e il più trascurato, il più frivolo dei ministeri nostri: i: tenuto spesso ad in/trim da qualche altro ministro o vi si mette a capo il primo uomo politico che si ha ( 1) li Dr Pantano nell,1 Rivista popolcire ( 1. nrnggio '9-1), ha brillantemente messo in evidenza questi errori fatali. (2) li Censimento del 188r ha rilevato 8,173,382 agricoltori; dei quali soltanto 1,325,879 coltivavano terreni proprii.

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