RIVISTA DI POLITICA E SCIENZE SOCIALI 19 cani, ,ociali,ti, massoni si rivolgono a me. :-folti lihc1·ali confcs;;ano quel clic non debbo ripetere e portano chiuso sul petto il segno posto da mc. ;\folti che soffrirono per l'Italia o cmig,,arono o posa1·ono sul mio petto il capo moribondo, cercando una patria che .qui non ebbero. Tu pure mi chiamerai, Dottor Lucio Stiva! Pai·ola cli onore, canonico, io ti chiamerò. Parola, professore, non mi farò aspettare. E ripeterai ciò che io ti dirò? Se vorrai. Si. E ti dico sin da ora ciò che li dirò alloi0a, perchè è ciò che appunto io ho pensato e detto sempre. Ed ecco: Tanta forza di pensiero di cinque o sei secoli e tanta Yirtu di popolo nel secolo nosti 0 0, non possono aver generato un effetto co,ì sproporzionato e magro com'è di presente lo Stato italiano. Finchè quel pensiero permane dominante e cresce nel popolo il bisogno di giustizia e di sincerità, nè questa condizione di cose pu<Ìes. ere durevole, nè possibile la reazione. - Dunque? - Dunque il popolo italiano che non è apata ma longanime, e sente anch'esso, come il poeta suo, dopo trentacinque anni cli strane lotte essere giunto alla selva, questo popolo nella selva istessa riacquista la coscienza del suo fine e della sua missione. - Parola! - E non deYi dirlo tu che rii parole e di paure alimenti il gregge. Questo è destino nostro, che nella selva, cioè nelle 01°e tristi ed oscure 1·ip1°encliamo il cammino. :foi saliamo l'erta YCrso il secolo ventesimo. - Tu mi rubi il mestiere di profeta! - Io esercito quella forza che tu hai rinnegato, la logica. Se dunque sono state grandi le cause del nostro risorgimento nazionale, quanto longanime e generoso è questo popolo, l'effetto non può essere questo che vediamo. So che un popolo grande ha le sue ore cli tramonto altrettanto misereYole quanto pit1 splendido fu il suo meriggio, ma allora quel popolo non ha più pensatori, non grandi artisti, nè combattenti e martiri, nè ribellioni oneste e fremiti; ha gente che vuol feste e srnghi e pad1·oni senza una protesta, una voce della coscienza umana. Non è questa la gente nostra. C'è in ogni parte una gran sete d'ideale: ecco la salrezza nostra. - Un solo è l'ideale - disse il canonico, levando il dito - perciò ogni vero peogres,o è un ritorno. E finiamo con Lui. - Io finisco con me, cioè con la certezza di toccare appena il limitare cli una ciYiltà migliore e con la coscienza di averle portato la mia piccola parte di pensiero e di opera, senza axèr desiderato una fortuna pit1 ampia di questa, che mi consente dirti l'ultima parola, la quale non suona perdono ari. offese dimenticate nè pentimento di malcficii non commessi. Questo ripeterai. - Hai parlato prima as. ai. - Coloro che si smentiscono all'ultima ora non sentirono mai ciò clie dissero prima. E si separai 0ono. Una discussione sul XX settembre si è fatta nella Ca.mera de' Deputati. Chi ha YOtato a un modo, chi in un altro e chi è scappalo. Abbiano oramai questo piccolo coraggio i deputati, di mettersi francamente o dalla parte riel Canonico Cassesi o del naturalista Lucio Stiva. GIOvANNI Bovio. MALINCONIE COSTITUZIONALI Ferdinando Lassallo in una delle sue brillanti conferenze (L 'essen::a di una costituzione) argutamente affermava che tutte le garanzie e tutti i di1·itti dei cittadini consacrati in una Carta, quando la forza reale sia nelle mani di un solo o di pochi, rappresentano una menzogna; valgono tanto, egli soggiungeva, quanto il cartellino che dica che un olmo sia un fico. Non ricordo bene se le due piante, che servirono al suo paragone siano precisamente quelle da me indicate ; ma poco importa se non sono quelle, perché il significato del paragone rimane lo stesso. Il grande agitatore tedesco scrisse in un momento in cui la forza veniva brutalmente adoperata da Bismark c0ntro il Parlamento prussiano, che non si voleva piegare alle sue voglie. Le condizioni, che suggerirono le osservazioni a Lassalle esistono presso tutte le Monarchie europee nelle quali non siano stati tagliati gli ugnoni e le zanne alla Corona com'è avvenuto in Inghilterra. I procedimenti antiparlamentn.ri non saranno forse schiettamente brutali come quelli adoperati per parecchi anni dal futuro Gran Cancelliere dell'Impero Germanico; ma sebbene il raggiro, la frode, la corruzione, la conoscenza dell'indole servile dei rappresentanti sostituiscano come mezzi la forza materiale, il risultato che si ottiene nell'un caso e nell'altro è identico: la Costituzione, lo Statuto, la Cw·ta, come meglio voglia chiamarsi viene ridotta ad una lustra, comoda per chi governa, . che nulla garontisce ai cittadini lasciati al primo arbitrio del potere esecutivo. r on si può negare, anzi, che riescono meno esiziali i metodi bismarkiani, perché, so non altro, informati alla sincerità, che ha sempre una buona a,zione educatrice. Ciò che avviene in Italia da qualche tempo insegna che non c' è da fidarsi negli articoli di uno Statuto, fosse anche il meno liberale fra, quelli contemporanei. Il vero regimo parlamenta,ro, che è qualche cosa, di pii1 del regime puramente costituzionale. già da noi fu semore poco rispettato, so dGve erodorsi almeno ali' Jn. Crispi, che quando si è trovato
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