4 RlVISTA Dr POLfTLCA E SCIENZE SOCfALI dette sinccl'amentc, nclltL :;ua maggioranza, all,L 1·cttit11dinc dell'on. Criolitti e giudicava c1Tonci gli addebiti fattigli; ma si l'iCl'cdctw e lo abba.ndono qua.nclo poté co1ll"incc1·si che le colpe erano innegabili. La On.meni vennta su colle elezioni del 2ù \fa,ggio i,nccc non ha creduto alla onorabilità dcll'on. Cl'i~pi; e pur lo sostiene giudicandolo disonesto e lo so1reggc coi suoi voti. L'affermazione su ciò che pensa la Camcl'a attuale sul Capo del governo può scmbl'al'e temeraria cd ha bisogno di essere suffragata con p1·ovc non dnbbic. Chi frequenta i corridoi di Montccitol'io ed ha re0 lazioni intime coi deputati che costituiscono la maggioranza - la quale è così fatta, che secondo l'on. Imbriani, mangerebbe senza riluttanza le vipere, che le venissero imbandite dal governo - sa già che la grave affermazione corrisponde al vero; e di questa verità se ne hanno ancora prove pili manifeste e d'indole diversa. Un giornale del mezzogiorno, che difende con energia non disgiunta da abilità !'on. Crispi non ha esitato ad asserire che questi non è stoffa, da farne ostie, non è uomo da proporlo per la canonizzazione. Un deputato, e· dei nuovi venuti e che pare rappresenti bene la media morale dei medesimi, interrogato da altro giornalista rispose: che la Camera conosce l'uomo e lo accetta e lo di fende quaF-è, perché le fa comodo. Queste due manifestazioni fn apparenza individuali, acquistano grande impo1·tanza e divengono gli esponenti della opinione della maggioranza, che se dissentisse avrebbe saputo trovar modo di ribellarsi, e di protestare affermando la convinzione salda nella onorabilità dell'on. Crispi. Ciò che le sarebbe stato suggerito dalla piL1 elementare ipocrisia. .Ma su questa deplorevole condizione morale della, nuova Camera si ha un documento più decisivo cd ufficiale; la motivazione della proposta dell'on. To,·- rigiani colle, quale si respinse ogni discussione sulla quistione morale. Infatti quella motivazione non conteneva una protesta sdegnosa e fiera contro le accuse divulgate sull'on. Crispi, ma si limitava a respingere l'inchiesta perché credeva preferibile la discussione cli più importanti problemi: quelli economici e finanziari. La motivazione fu prudente e cinica ad un tempo; fu cinica pc1·chè confesso quasi la colpabilità dell'uomo nelle cui mani lasciava le sorti d'Italia. La prudenza poi emergeva dal contrasto coli' ar1·oganza dcll'on. Cl'ispi, che si proclamo invulnerabile. Forse perché egli si sentiva sicuramente invulneral,ite disdegno la difesa? Si sarebbe potuto crede1·e nella sincedtà dell'alterezza, se la condotta dell'accusato in altra recente occasione non lo avesse contradetto e ridotto a pi/1 umili p1·oporzioni. L'on Crispi che si proclama invulnembile di fronte alla requisitoria terribile dell'on. Cavallotti non aveva disdegnato di scendere alla difesa ed alle querele per accuse cli minore importanza e meno documentate, che gli vennero dal plico Giolitti e dalle dichiarazioni dell'on . .Mazzino e del comm. :Martuscelli ! Tanta superbia olimpica non poteva seguire a così breve distanza a tanta umana umiltà, ~enza sfatarsi e senza prcstMc il fi.tnco ad un so1Tiso beffardo d'incredulità. Ritornando alla C,Lmera, con dolo1·e Yi,·o con nmiliazione gntndissima si dC\'C constatare che per la p1·ima volta in lt,tlia, e giammai presso le alti-e nnzioni civili, si vide 1111 caso simijc a quello del Yoto che accolse la p1·oposta nel modo in cui la sostenne il Torrigiani; non si era visto mai in Italia sin oggi e non si é visto sinora presso le altre nazioni civili un'assemblea politica che metta tra i probleini cli mino1·e importa,iza quello morale. Tale assemblea é del tutto degna cli assistere alla commedia, il cui epilogo venne testè recitato dal Ministro di ,;}razia e Giustizia che ha fatto presentire prossimo un fausto avvenimento: la pace tra gli on. Crispi e Giolitti, fondata sull'oblio del passato pel comune interesse. Crispi é vecchio; Giolitti é nel vigore degli anni: l'uno vuole, come il Depretis, spengersi tra gl' incensi che una turba abbietta prodiga ad un Ministro purchessia; l'altro, attutendo il clamore intorno a sé, non dispera di raccoglierne l'eredità. Il coraggio non gli mancherebbe! E la nazione assisterebbe, sorp1·esa più che indignata, al ravvicinamento che vorrebbe essere idillico e sarebbe semplicemente turpe, tra due uomini che si rassomigliano soltanto nel cinismo. :Ma cli Crispi non si tentano difese? Si tentano e tutte guercio e zoppicanti. Si ll.fferma che le accuse sono vecchie. Avessero anche gli anni di :Yfatusalem ucciderebbero un gigante se fossero vere. Sul terreno morale c'è forse un istituto della prescrizione, che segni il tempo necessuio che deve trascorrere perché una colpa sia cancellata? C' é invero questa prescrizione; é la pi(1 nobile e ht sua azione viene lodata e riconosciuta dagli uomini generosi e buoni: la riabilitazione. Pur· troppo non può invocarsi in favore del Presidente del Consiglio; egli alle colpe vecchie ha aggiunto le nuove, le recentissimi,. Non di riabiÌitazione, adunque, ma di recidiva inguaribile deve parlarsi. Alcuni asserivano che il Re conosceva tutto quando torno ad affidargli il potere; quindi non si può più discutere il passato. I bigotti della monarchia offendono il sovrano ragionando in siffatto modo; comunque, se la fiducia riaccordatagli può agire come un'abluzione purificatrice inchiniamoci pure, non potendo liberamente discuter-e, e confessiamo che poteva ,were anche ragione Caligola, che innalzo un cavallo agli onori del Senato. ~è si è più fortunati quando l'oblìo pel presente s'invoca in nome delle benemerenze passate, condendo l'argomentazione con uno spruzzo di sentimentalismo, che si fa spicciare dal suo capo canuto e dai suoi settantasei anni. In nome di questa facile morale compensatl'ice molti delinquenti dovrebbero trovare assoluzione innanzi ai loro giudici ; il compenso, poi, non poti-ebbe oltrepassare certi limiti e dovrebbe arrestarsi all'impunità senza trascinare alla glol'ificazione. Il caso di Bacone rimane tipico ed istruttivo; il grande cancelliere d' Inghilterra era vecchio, era dotto, aveva reso servizi non comuni
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