2 RlV!STA DI POLITICA E SC!E.'iZE SOCfALf clel'e il fittui·o, che pnò smentù·ci sempi·e e p1·epa1·a1·cidelle s01-prnsc.Si possono e si dci:ono, pe1·0, constatcl1'e le iendcnzc, le ryuali semb1·a che debbano p1·eralac. lii quanto all'ordine delle 1·1for·mc,r;ll am;enimenti non p1·eveclibilia lontana scaden:::ap, ot1'anno p1·omuove1·e e fa1·e 1·iuscir·e più facilmente e con prececlen:::auna rif01·11iaeconomica an::iche ·una morale; e vicevei·sa. Cosi clelpari le istitii:::ionipolitiche stando in isti·etti 1Ytppo1·ti colle altre istituzioni sociali e non essendo neJr pu1·e esse immobili, ma in continua evoluzione, le 1·ifonne che le concernono potranno prececle1·eo seguire alle 1·if'o1·medi alt1·0 genere. E poi a stabilire l'equilibrio. e l'arinonia tra gli 01-clinamenti sociali di varia specie, si puo essere sicuri che qitale che possa esse1·el'ordine cli svilitppo delle riforme, queste isolate non si 1·eggono e non du1·ano. Esse debbono costituire un insieme coordinato ed 01·ganico. * * * Ogni clichia1'azione sul metodo, pah·ebbe oggicli un inittile clott1·inaris11io;ma perchè non ci siano equivoci sulle nostre intenzioni e non siano fmintese le espressioni che potremo aclopeiywe quanclocchessia, sentiamo il debito di dichiarar-e che siamo convinti: che le riforme non si ottengono o non cliwano o non danno gli spei-ati 1·isultati se non sono pr-epa1·ate cli lunga mano, se non chieste, se non matU1·e in quella par·te della coscienza pitbblica, che - sebbene 1ninoranza iniziatrice - perchè fodeinente volente, guida spinge e ti·ascina all'azione le masse. Convinti che le trasformazioni, specialmente le sociali, non sono l'opera cli un gioi-no, nè s' i1nprovvisano in un fiat, perci6 la Rivista seguirà e consiglierà il metodo evolutivo. Evoluzione, pero, non quietismo, non fatalismo; qitella e,voluzione raccomanclianio che dev'essere cosciente e che a data ora anzichè im,peclire gli scoppi, cleve affrettar·li, inclirizzctrli e far si che nessun avveni1nento ci colga alt' imp1·ovvisoe riesca infruttuoso. La evolit:::ioner·acco1nancleremosistematicamente, per-chènon sappiamo co1nprenclerecolo1·0che sistematicamente predicano la 1·ivoluzione, dimentichi che le rivoluzioni - eventi sem1rweterribili! - non si ci·eano, ma scoppiano improvvise come gli uragani, create pei· lo più dalla fame e clal m,al governo. Le 1·ivoluzioni cli fronte alla 01·ganiz- :::a:::ione ai 1nez:::idi offesa cli cui dispongono gli eserciti mocle1-ni,come bene avve1·ti l'Engels, sono inoltre e·venti, che si devono scongiitrare dalla parte che mira ad un avvenire più lieto rlel p1·esente e che ha tutto da pe1'llere colle facili 1·epressioni. Dalla riconosciuta cmwenien:;a della assiclna e ùitelli_qente prepaiYtdone consegue, che non si dere 11iai trascw·a1·e il p1·esente e l'avrenii·e p1·ossimo pe1· dedicarsi con p1·evalen:::aallo studio cli eia che potl'it esse1·ela.società in itn arvenire 1·emoto; e non si clovi·anno dispre::zcwe le riforme cli dettaglio, le piccole e cle1·ise 1·if01·me, che pur tanto giovarono a p1·epai·ar·ee a fcw matui·a1·e le gmncli t1·asforma::ioni. Le discussioni teoriche non saranno escluse; m,a sapranno tenersi lontane da ogni specie di 1neta(isica; epperò la esposizione dei fatti troverà sempre un più largo posto nella Rivista e rJr.tifatti, meglio che dai ragionamenti, i lettori potranno trarre ainm,aestramenti e (orinarsi le p1·o'[wieconvinzioni. Nemica cli ogni intransigente clog11iatismola Rivista accoglierà con piacere gli scritti che rispecchiano le varie tendenze della clemocmzia sociale, lasciando intera agli scrittori la responsabilitd delle prop1·ie opinioni. LA RIVISTA. LA QUISTIONE MORALE Ì\ 0:1 -si tratta oggi di quella gran questione di cui si è sempre discusso e si continuerà a discutere e che si occupa dello sviltljJJlO morale nelle società umane; ma di un lato solo della quistione; quello che si riferisce alla vita politica ed agli uo:nini pii1·in vista, che prcnd:mo JJarte attiva alla medesima o che di politica, bene o male, vivono. Se ne parla in Italia eia ci1·c,1,tre anni; i giornali, che I).anno interesse ad eliminarla, sono costretti ad occuparsene incessantemente; cacciata dal Parlamento eia maggioranze prepotenti vi rientra ad ogni menoma occasione; il pubblico n'è stanco, ma pu1· sempre se ne preoccupa. E non potrebbe farne a meno perché la quistiono morale posa su tutt I la vita politica italiana; la inquina, la intristisce. Di chi la colpa se ossa si trascina da sì lungo tempo falla stampa nel Parlamento e dal Parlamento nel paese, conendo e ricorrendo da un punto all'altro con alterna o dolorosa vicenda? forse di coloro, che la sollevarono? :Kcssuno personalmente può chiamarsi 1·esponsabile cli ave,·la sollevata: essa era nell',1ri,1 e tutti ht sentivano e n'erano oppressi; s'imponeva fatalmente. Chi prima la portò in forma solenne e determinata alla Camera dei Deputati il 20 Dicembre 1892 si può dire, che fu lo strumento del fato. Giovani non solloval'la? Il ritardo costò parecchie diccine di milioni alla nazione, pe1·mise la rovina matcri:\le degli istituti di emissione e il dilagare della corruzione tra gli uomini politici, dai pii1 umili ai più elevati. I danni economici e morali non potevano I -
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