La Rivista Popolare - anno II - n. 16 - 1 settembre 1894

LA RIVISTA POPOLARE che unico o primo pensiero del Governo fosse l'ampia applicazione della legge del sospetto, la quale, dopo la circolare Crispi e il regolamento, è divenuta la legge della libertà. La vecchia procedura penale è cosa rancida. Io ho gittato sotto il tavolo le opere di Nicola Nicolini e di tutti i commentatori. Dunque il latifondo sparirà. Non solo in Sicilia, onorevole Barazzuoli. Dovrebbe sparire qui nelle nostre campagne, nella I\1aren1ma, nel Pisano, dovunque. V' hanno possedi1nenti che prendono più di un grosso comune, e ai comunisti tutto è interdetto. E si condannano come ladri, anche chi coglie due ghiande o due fuscelli secchi, anche quelli che hanno sulle terre diritti storici imprescrittibili. Il male è da per tutto. Non bisogna essere riformatori solo per una plaga italiana. Il male, il danno, l'iniquità è da per tutto. Le proteste dei siciliani possono domani essere proteste generali, da un punto all'altro della bella penisola che non dà il pane necessario a' suoi lavoratori. Ma ora risorgono le grida dalla Sicilia. Hanno essi ragione quegli agricoltori? Nella mia biblioteca serbo religiosamente il lavoro dell'on. Sonnino sulla Sicilia. So da quell'opera che l'immensa maggioranza di quelle terre è in mano dei grossi proprietari. In certi comuni, 10,000 salme appartengono a principi e conti e baroni, e 2 oo o 300 ai lavoratori. Le conseguenze dei latifondi sono gravi, tristi, funeste. Basterebbe vedere in volto quegli agricoltori, e interrogarli, e assistere al loro desco che è peggio di quello dei cani. · Il latifondo genera il gabelloto, di cui si è tanto parlato, come intermediario fatale fra i padroni e gli agricoltori. Biblioteca Gino Bianco

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