La Rivista Popolare - anno II - n. 16 - 1 settembre 1894

LA RIVISTA POPOLARE porterà via come foglie secche per l'aria, e· una vaga pron1essa. Quando leggevo il suo discorso all'esordio, dissi fra me: per lui, per l'on. Agonia, tutto considerato non c'è male. Il n1oderato tenta di volare, si lancia su per l'erta e va. Ma poi, a mezza via, ecco le riserve, le solite riserve, peggio che guidaleschi alle gambe di un ronzino che va per una via ripida, sassosa, ignota, buia. Non v'è neppure un bagliore lunghesso il cammino della gran questione sociale, non un raggio nell'anima, se non si è arditi come ribelli e pensosi e studiosi come filosofi, se non si ha cuore, se sino dalla giovinezza i begli anni arridenti non si sono dedicati a studiarla. Venire, all'ultim'ora, dopo avere approvati mille e uno arbitrio almeno, è un sarcasma, è uno scherno. Venire ora a dirci che la risolverà l' on. Crispi l Il quale già anni fa osò dire di averla risolta, e in.altra epoca, credo elettorale, ne aveva parlato a Palermo come ne parlerebbe un economista dozzinale della vecchia scuola. Ma l'on. Agonia proseguì nelle sue riserve. Vedrete le leggi che ci darà il Ministero: il latifondo nelle isole disparirà. E qui, nell'Agro Romano? Agonia non ne parlò, ma ben s'intende. Tutto si rinnoverà, tutto. Si scioglierà la questione sociale, anche a vantaggio dei ricchi; egli poteva dire anzi a vantaggio dei ricchi. Te1neva l'·on. Agonia che i ricchi si lamentassero? Sarebbe stato egli un ingrato, egli che sempre dei ricchi ha difeso la causa... e le cause. Dunque, mentre i ministri lavorano e ponzano, si preparano le soluzioni della gran questione. I ministri studiano, le Commissioni tecniche vegliano, gli ispettori girano per la penisola. E noi, calunniatori, noi credevamo Biblioteca Gino Bianco

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