L~ RIVISTA POPOLARE prove, non negli appelli sterili alla magnanimità degli oppressori. E in ciò Stirner è pieno di nobile orgoglio. Egli combatte il comunismo, specialmente perchè abo·• lendo la proprietà individuale si forma, secondo lui, una. gran società di pezzenti. Sembra che per bocca di Stirner parli l'anima di un produttore di merci. A lui non piace lo Stato, perchè lo Stato non apprezza sufficientemente la sua proprietà. Ed egli la vuole tutta per sè la sua proprietà. Lo Stato è un i_ntruso fatale e tedioso, lo Stato che esige i tributi e le espropriazioni forzose l Abbasso lo Stato, egli grida, e viva la semplice e intera proprietà individuale ! Egli già tradusse G. B. Say e Sn1ith, e non fece che esagerare le idee dei liberisti, non fece che pronunziare l'ultima parola del!' individualismo borghese. Un merito egli ebbe: quello d'essere stato rigidamente logico. Dovrei parlare di Henry Seymour, di Pietro K.ropotkine e di un'importante opera di J. Le-Vagre, 1 direttore della Révolte, ma lo farò nel numero prossimo. Per quanto mai tenti di essere succinto, l'argomento porta via molto spazio. È però vero che oggi tutti ne parlano e cercano di averne cognizioni esatte, sì che non fa duopo dilungarsi intorno ad esso, per quanto sia opportuno. Vorrei poter riprodurre, come le lessi testè nei primi giornali francesi, le belle parole di Sebastiano Faure, assolto dalla giurìa parigina, le quali segnano una netta di- ' stinzione fra anarchici e anarchisti, e sono un'.aperta e franca condanna degli ultimi recenti delitti. 1 J. LE--VAGRE , La société au !endemain de la révolution. Parisj' 1894, BtbliotecaGino Bianco
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