La Rivista Popolare - anno II - n. 16 - 1 settembre 1894

LA RIVISTA POPOLARE 501 LA POESIANELLACINAE NELGIAPPONE Pare che l'ufficio della poesia nella Cina sia quello di moderare l'ardore patriottico. Così oggi, come in antico. Nella raccolta 'del Chi-I(ing (libro dei versi), prezioso documento dell'inerzia orientale, vi sono meste canzoni intorno al così detto « nobile mestiere dell'armi ». Il soldato in esse si lagna d'esser lontano dalla casa paterna. Egli va, solo, per le aride montagne, e non riposa mai. La mamma lo chiama; essa gli chiede di ritornare. E il soldato ha nell'anima la nostalgia della casa paterna. Nulla di meno marziale che questo Canto del soldato. Il Letourneau dice che non può convenire altro che a un popolo vecchio, senza illusione alcuna. La poesia resta cristallizzata colà, come lo Stato, come la grande monarchia accentratrice che schiaccia la vita della nazione cinese. È poes1a che non vola alto ; poesia scolorita, fiacca, scettica, sterile; un lirismo piano che abu~a della descrizione e non esprime che sentimenti mediocri. Li-Tai-Pè, poeta classico che visse durante la dinastia dei Thang, canta la vita come fuggevole lampo. « Se la vita è un gran sogno, a che tormentarci l'esistenza? Per me, mi ubbriaco ogni giorno ». Il celebre Thou-Ton, nel canto La partenza dei soldati, li compiange, protesta nobilmente contro l'imperatore che progetta conquiste, parla commosso della miseria della patria abbandonata dai lavoratori piì1 gagliardi, condanna la guerra... ,, La vita di un uomo non ha maggior valore di quella dei polli e dei cani ». Descrive i gemiti strazianti delle anime dei trucidati, in mezzo agli urli, al vento, maledicenti alle stragi e alle prepotenze. In altra poesia una madre si lagna che le hanno preso alla leva tre figli che sono morti tutti e tre sul campo. cc Resto sola, ella grida, ho ancora un figlio di mio figlio, eh~ sugge il latte dal seno della madre. Quello non me lo prenderete ! » Than-Sit paragona la guerra a una megera sdentata e fetida che con la scopa gitta le anime dei soldati negli abissi del demonio. LingLing dice che il soldato è un asino a due gambe. Dopo ciò, dopo che i poeti deridon la guerra, non si può pretendere per la guerra entusiasmo ed ardore in un popolo. BibliotecaGino 8janco.

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