.LA RIVISTA POPOLARE 499 istante minacciati di prigionia e di supplizi, oppure esuli come presentemente ci troviamo ? » Contro l' accusa d' ingratitudine verso l'Austria, così si difende: « Se l'Austria trattò bene nostro padre, ella non fece che ricompensare i suoi lunghi ed importanti servigi; ma noi perciò non eravamo legati a nessun obbligo, chè la indipendenza del pensiero non può esser mai legalmente nè comprata, nè impedita, e poi la gratitudine, l'affetto filiale, hanno, come tutt'altra cosa, un confine, e per adorare nostro padre non perciò intendemmo mai di disconoscere per esso i nostri più sacrosanti doveri ». Alla proposta di chieder perdono all'Austria, fieramente risponde: « E come puoi tu consigliarmi di accettare il perdono dell'Austria e di rimpatriare? tu devi aver dato bando ad ogni raziocinio per consigliarci simile pazza viltà; oppure sarà vero che sino all'ultima favilla in te si estinse quel1' amore che così incommensurato ci portavi? Il perdono dell'Austria! Oh va ad interrogare il famoso Spielberg, e le carceri più infami che stanno sotto gl' impaludamenti dei fiumi dei paesi ungar.esi, e dove a lettere luminosissime star dovrebbero scolpite le parole: Clemenza imperiale. La lealtà del Governo? e quando egli la ebbe? quello che non arrossì di tradire Napoleone, Riga, Ipsilanti, si arretrerebbe adesso avanti allo scrupolo di far cadere due teste, se non senza fama però sempre senza potenza? » Dal canto suo, Emilio scrive al padre: << Signore, una carriera opposta percorremmo'; la percorremmo, oso dirlo, con la stessa devozione, con la stessa nobiltà. La vostra era quella che rifulgeva del prestigio della potenza, e voi l'onoraste, e la vostra probità, l'elevatezza del vostro operare giunsero anche a mettere in dubbio se da quella parte non fosse la giustizia: la mia era quella dell'Italia, d'una patria caduta, desolata, avvilita. Dai primi anni mi commosse 19 spet-- tacolo di così grande sventura; crebbi e gettai lo sguardo sui suoi ·nemici, e gli odiai perchè tormentavano tanto, perchè sogghignavano sulla lor vitti~na d'un sorriso infernale. E guardai le armi che adoperavano a piagarla e le conobbi inique e sacrileghe; e considerai diritto e dovere ritorcere le· frodi e le violenze sugl' infami maestri, e, soldato austriaco per caso, cospirai, a venti anni cospirai. Feci fin d' allora un patto con la morte ; rinunziai ad ogni dolcezza, predominai ogni affezione, e adesso caduto, profugo, perseguitato, ma forte della coscienza di aver fatto;ciò che doveva, non chino la fronte, la sollevo verso Dio Giudice Sommo•· di Giustizia e Possanza ». Senza dubbio, è questo un. esempio magnifico di eloquenza'. patriottica. E I Bibti9tèca _GinoBiancQ
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