494 LA RIVISTA POPOLARE vicinò al calendario che stava appeso ad una parete, e contare aiutandosi con le dita. Poi si volse di scatto al ditore, e gli disse: - Sono appunto quaranta oggi. · L'altro non capiva. . . ' commc10 a R. provve- - Sono quaranta, proprio quaranta. Ho finito il mio secondo pellegrinaggio pit1 doloroso del prim·o. Questa è la risposta che dò. Mi dispiace che ormai l'Inferno l'ho scritto - E se ne andò via con l'ali ai piedi. Il R. provveditore restò li in asso, convinto d'averla avuta a fare con un pazzo. Dante invece corse a prendere la sua valigia, e in quattro e quattr' otto fu lassì1. Il Signore l'aspettava sorridente sulla porta del paradiso. Appena vide da lontano il divino poeta, gli corse incontro sorridente, l'abbracciò, lo baciò, e gli disse : - Dunque che te ne pare del mondo dopo quasi secent'anni di progresso? - Non me ne parlare, Signore, cbè la bile ancora mi soffoca ... lVIi dici piuttosto perchè ti saltò in capo di rimandarmi laggiù altri quaranta giorni? - Ecco, ti dirò: e' è tanta confusione oggi in quel mondo benedetto che, in parola d'onore, mi trovavo imbarazzato a giudicare se veramente è meglio o peggio di quello che era a tempo tuo. Cento, mille volt~ peggio! - Ma il progresso delle scienze ... - Sì, il progresso delle scienze è quello che inganna, e non ti lascia vedere nudamente lo stato morale che è pessimo. Te lo dico io, e quando te l'ho detto io ... - È per questo che ho mandato te. Ora che 'me ne sono fatto, tua mercè, un giusto concetto, posso operare con più sicurezza. Sicchè non ci torneresti ? - Signore, ti parlo sul serio: farei piuttosto un altro viaggio al1' inferno. Almeno all'inferno mi accompagnerebbe di nuovo Virgilio. Il Signore sorrise, lo prese affettuosamente a braccetto, e se ne andarono tutti e due a passeggiare pei cieli. F. ORSI. BibliotecaGino Bianco
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