La Rivista Popolare - anno II - n. 16 - 1 settembre 1894

49 2 LA RIVISTA POPOLARE :Messer Dante st fece coraggio ed entrò; ma dovè portarsi la mano al naso per difenderlo da un gran puzzo di tanfo. Cinquanta ragazzi sudici e sorandellati stavano pigiati m quella stamberga che avrebbe potuto bastare alla metà di essi. Le mura umide e scortecciate, il soffitto spiovente nero come quello di un metato, il pavimento un immondezzaio da stabbiolo. Nessuna carta, nessun oggetto scolastico; solamente un Volto santo di gesso, nero come un calabrone, pendeva minaccioso dalla parete, sul mondo capo del povero maestro che s'era per riverenza all'ispettore alzato in piedi. Messer Dante lo fece cortesemente sedere, gli si fece accanto, e gli domandò: A che siamo) Il maestro senza rispondere verbo prese un foglio stampato, glie lo spiegò dinanzi, e disse, mettendo il dito in un punto: Son qui. Dante lo guardò come chi non capisce. - Son qui col programma - ripetè il maestro. - Ah col programma! Anche lui ci ha il programma - mormorò Dante - e gli scappò fra i denti un'imprecazione delle sue. Poi, rivolgendosi con sorriso di benevolenza compassionevole al povero insegnante, disse: - Io non mi occupo del programma; mi dica piuttosto: studiano? - Eh.. . studierebbero; ma, che vuole? la maggior parte non hanno mezzi per comprarsi 1 libri e i quaderni. Dante scosse il capo. - E frequentano la scuola? - Eh ... la frequenterebbero; ma, che vuole? la maggior parte non hannò scarpe, non hanno da coprirsi specialmente l'inverno. Dante cominciò a battere il tac~o forte forte sulla predella del banco. - E sono disciplinati? - Eh ... sarebbero; ma, come vede, non ci sono posti abbastanza per iscrivere e, naturalmente, si dànno noia l'uno con l'altro, e fanno un po' dì baccano. Dante s'alzò con un diavolo per capello: - Ma che mi mandano a far l' ispezione? ci vuol altro che ispezioni ! Anderò io dal vostro sindaco, e mi sentirà. Ella intanto faccia quello che può. - E scappò via che pareva una furia, dimentico quella volta della promessa fatta al Signore. Entrato nell'ufficio del sindaco gli disse ex abrupto e concitato che quella scuola era una vera indecenza e che provvedesse altrimenti ... Il sindaco lo ascoltò con un risolino ironico, e quando Dante s1 tacque con la minacciosa reticenza, gli rispose: - Si vede, caro ispetBibliotecaGino Bianco

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