LA RIVISTA POPOLARE Vedano lor signori - ci diceva una delle guide - questa costa e quelle che si scorgono laggiù, sono state vendute dal mumcipio due anni or sono, e noi ora non possiamo piì1 condurci le nostre mandre ... - Da quanto tempo le conducevate al pascolo? - Sempre; le condusse mio nonno, le conduceva il mio povero babbo... Era la sola nostra ricchezza, si viveva. . . Oggi si stenta: chi ora mi dà appena appena da mangiare è la bestia che lei monta, signore ... - E non avete protestato ? Avevate diritto di pascolare ne' beni del Comune ... - Dicon di sì. . . Il notaio c1 assicura che noi l' abbiamo il diritto ... ci sono dei vecchi contratti... Ma io non ci capisco nulla ... Dovunque è la solita storia. Le antiche comunanze spariscono. Le ultime tracce di usi civici sono cancellate dall' eg0ismo o dall' ignoranza degli amministratori, o dall'ignavia dei comunisti. Così la miseria ingigantisce, come la mala pianta della morte. Scendemmo ad un villaggio, cioè a cinque o sei case che parevano ammonticchiate l'una sull'altra. Casupole bigie, nere, basse, umide, con finestrine piccolissime come feritoie, con larghi crepacci nelle vecchie muraglie. Se l' aria non passa dalla finestra, passa dal tetto sfondato. C' inoltrammo. V' erano vecchie e bimbi, tutti lividi e cenciosi. Vedemmo una contadinella, con bellissimi e grandi occhi neri, ma con la faccia terrea. E presso di lei una vecchia cieca che borbotta va una preghiera. I fanciulli si nascondevano timorosi. Sono i tuoi quei bambini? Sono i miei. E tuo marito dov' è? Quanti anni hai? Come vivi? Mio marito è nella campagna romana con le pecore . . . da un anno non ho sue notizie ... sono sola, e vivo col tozzo di pane che qui mi danno ... ho avuto tre bimbi, ed uno è morto ... ho diciotto anni ... - Diciott' anni! ? Sembrava ne avesse più di trenta: era quasi calva e aveva qualche capello bianco. Le chiedemmo di veder la sua camera. Ella ci condusse entro un tugurio nero e fetido. Entrammo in un vero antro. Il letto l'occupava tutto : e su v'era disteso l'esile corpicino di un infante·. Ah, per descrivere tutto ciò non vale a nulla la mia povera penna, ci vorrebbe il pennello del vostro Patini, sì potentemente vero nella dipintura delle umane miserie! BibliotecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==