La Rivista Popolare - anno II - n. 15 - 16 agosto 1894

I . LA RIV13"tA POPODARE SULL' APENNINOUMBRO BOZZETTO SOCIALE. La nebbia opalina si diradò e apparve m tutta la sua maestà il sule. - Quanti metri sul livello del mare? - Mille e cinquecento, signore. E allora cominciarono le domande topografiche e geografiche. E si cercavano coll' avido sguardo le cime dei monti più lontani e più alti. Ci parve di scorgere fra due o tre nuvole la vetta del Grat~ Sasso. Poi, pitt da vicino, le piccole città, i villaggi, le casupole grigie o bianche fra il verde cupo delle rare selve. Eravamo come in agreste accatppamento: le nostre guide riposavano e bevevano rhum. Parlammo con un pastore che ci disse di aver passata la notte su per la costa, tremando dal freddo. Gli chiedemmo se era solo nel mondo, e ci rispose che aveva il babbo. E che fa tuo babbo? È proprietario I Proprietario! ? Sissignore: ha una rendita di dieci lire all'anno. Ma con che vive? Spigolando per la mietitura. E poi? Questuando per. la vendemmia. Gli offrimmo del rhum, eh' egli chiamò sorridendo liquore da signori, e ci ringraziò chinando il capo. Povero figliuolo, era livido, giallastro, scarno, avvolto in rozzi cenci. E si allontanò canterellando una mesta canzone di cui udimmo qualche parola: un inno primitivo, .un festante saluto al suo gregge. Il sole cominciava a dardeggiare senza pietà. E noi raccogliemmo .gli oggetti sparsi, rimontammo sui giumenti, destammo una delle guide che russava, e che non appena sveglio ci disse che sognava d' esser nel proprio letto vicino alla sua Maria, alla sua vecchia sl?osa, e scendemmo giù per un sentiero tutto ciottoli bianchi e tondi, come fossimo nel secco di un torrente. BiblioteèaGino Bianco

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