LA RIVISTA POPOLARE IL SECONDPOELLEGRINAGGDIOI DANTE E il Signore di sull'uscio del suo osservatorio chiamò: - Messer Dante, scusa : devo parlarti. Messer Dante venne, e strinse amichevolmente la mano al Signore, che gli disse: - Senti, divino poeta, voglio levarmi un_a curiosità, ed ho proprio bisogno di te. - Comanda, Signore. - Bada, io ti chiedo un gran sacrifizio. Voglio, nientemeno, che per un certo tempo tu ritorni in terra. Messer Dante si fece triste ed esclamò: - Che stravaganza ti pìglia stamani, Signore? Tu sai bene quanto ho sofferto laggiù l - Lo so, ed è per questo che non mi risolvevo mai a volgerti questa preghiera. Ma credi, messer Dante, è necessario... . Poi ti dirò il perchè. Messer Dante piegò il capo e rispose : - Signore, sia fatta la tua volontà . . • però fissa il numero dei .giorni di questo mio secondo pellegrinaggio, e fissane meno che puoi. Il Signore fece così nella sua testa un po' di calcolo approssimativo, e disse : - Sta bene: non più di quaranta giorni. Però - soggmnse - tu tornerai laggiù con tutto il tuo cuore, con tutto il tuo ingegno, · ma senza l' ira tua, e non dirai il tuo nome. · Dante accettò e promise. Fece le sue valigie e scese sulla terra con tanto denaro quanto poteva bastargli per campare cinque giorni. Quei cinque giorni se li passò a far l' inglese per la sua bella Firenze, e quasi quasi cominciò a compiacersi di quel secondo v~aggio. Vide la sua casetta rimessa a nuovo, vide i suoi tre monumenti, e ne provò una viva soddisfazione, che venne poi a scemare quando vide qua e là altre statue ed altri monumenti innalzati a persone eh' egli non conosceva e di cui non ·aveva sentito mai parlare lassì1. Volle assistere ad una raunata dell'Accademia della Crusca, ma, con grande indignazione dell' arciconsolo, se ne venne via prima che fosse giunta a mezzo, brontolando : Biblioteca Gino Bianco
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