La Rivista Popolare - anno II - n. 15 - 16 agosto 1894

LA RlVISTA POPOLARE 459 i ricchi che fecero fortuna sulle rovine altrui, mezzana la corruzione nuova, chinandosi all'uno e all'altro re. E tutta quest'afa di corruttela e d'ingiustizia è peggiore di cento verdetti anche se iniqui. Sarebbe poca cosa la corruzione di un giurato: il gran male, male immenso che reca immense iatture e fa perfino disperar dell'avvenire, è l'a1nbiente corrotto. Deputati che comprano voti e che si fanno comprare, n1agistrati o funzionari di questura complici di ladri di documenti, ministri o ex-ministri che si affannano a che il verdetto sia assolutorio, e le cento, le mille influenze ed arti diverse, e l'esempio che ammonisce le plebi già scettiche che il danaro può tutto, e che n1olte e gravi e profonde son le disuguaglianze della legge. E ciò mentre la questione sociale giganteggia, mentre preparansi le vendette politiche che mieteranno il grano e il· logl_io insieme e cacceranno lungi dai cieli della patria insieme a' delinquenti molti gentiluomini, molti operai innocenti e illusi. Il male non è solo nel ceto della magistratura. Sarebbe vano, anzi dannoso, oltre che essere vile, non parlar di lei, come già fu ora suggerito. Vano il metodo delle Co1nmissioni: zitellone più esperte, incaricate di vegliar sulle zitelle viziate, come dice un giornale socialista. Il male non è solo qui, è da per tutto. Quando, ad esempio, nella Camera seggono i deplorati, e le proteste da quella dell'on. Colajanni a quella dell'on. Bonghi non hanno eco, si comprende quale sia l'ambiente. L'affare: ecco il programma. Rocco De Zerbi credette alla riazione della moralità popolare, e mori. Non pensò che si può salire per non lecite vie anche all'onore dell'ovazione. Ma il male è anche nel paese. Sia1no tutti tipi di meBiblioteca Gino Bianco

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