LA RIVISTA POPOLARE traffazione dell'uomo e della società umana. Per quanto le cause dei fatti umani e sociali possano essere fatali, e per quanto si vogliano riportare all'ambiente naturale le origini di questi fatti, pure bisognerà ·riconoscere che gli uomini operano conforn1e alla loro natura, o, più esattamente, alla loro maniera di essere. L' uomo non solo 1nangia e si assimila il cibo, ma pensa, sente, ama, odia, si entusiasma, si avvilisce, si esalta, si sdegna. Esso per vivere ha bisogno certamente del pane, che in lui diviene sangue, forza, pensiero; non vive però di solo pane; e più la civiltà si innalza e più il lato intellettuale e morale della vita diviene i1nperioso. Il · benessere e la felicità dell'uomo civile non consiste certamente nel solo cibarsi, e la lotta per l'alimento fu unicamente la forma prima, rudimentale, della lotta per l'esistenza nello stato selvaggio. Nei periodi più avanzati dell' incivilimento, il fine dell'uomo non resta sì in basso, e i suoi desiderii si elevano e si idealizzano, sino al punto che le soddisfazioni dei bisogni materiali si concepiscono, come una condizione necessaria per la felicità e per godimenti di natura morale. Sotto questo punto di vista si potrebbe dire che la lotta econo1nica si con1plica, e che la questione sociale non è solo questione econoniica, ma questione complessa di benessere materiale e morale, e che in essa il lato morale va sempre più aumentando e prevalendo col crescere dell' incivilimento. E ciò ne sembra più vero che non sia la concezione del pretto materialismo economico, come base esclusiva della storia. * * * Ma la questione ha anche un altro aspetto, secondo il quale si giunge alle stesse conclusioni contrarie al senso Biblioteca Gino Bianco
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