La Rivista Popolare - anno II - n. 14 - 1 agosto 1894

420 LA RIVISTA POPOLARE e i Fratelli Moravi, o bande che parvero eserciti, fieri e terribili, come i J acq ues in Francia, i Lollards in Inghilterra, gli Anabattisti in Germania. Riassu1nevano nel loro furore le parole dei profeti. Riassumevano secolari dolori e sventure. Gridavano la guerra ai castelli, come già negli antichi salmi, co1ne in una strofe della Marsigliese: Guerre aux chàteaux, paix aux chaumières. E di quando in quando qualche riformatore gittava all'aria, talora tra le fian1me del rogo, un grido innovatore. Il motto di Giovanni Huss - La tazza per tutti - si ripetè per lunghi anni, e fu divisa di guerra. Immaginava egli gli uo1nini liberi ed eguali, tutti alla tavola ro-, tonda, in convito fraterno, a suggellar fra loro l'amicizia e la giustizia per tutti. E, solo a farne cenno, si proseguirebbe per 1nolte pagine sino a Saint-Sin1on, che immaginò il papa politico e sociale in una gran fa1niglia di eguali, sino al Fourier che i1nmaginò di poter rendere utili nel suo Falenstero tutte le passioni un1ane oggi o mal con1presse o indirizzate al 1nale, poi, i 1ninori, come Cabet e Blanc e Leroux, che immaginavano la famiglia senza ereditieri, la patria senza sudditi, la proprietà senza padroni. Dei più moderni, ·di -Lassalle, di Marx, di Engels, di altri, parlere1no in altri capitoli, più avanti, succintamente e chiaramente, per quanto ce lo concedono le sì scarse cognizioni, sebbene i socialisti moderni non si possano confondere cogli antichi con1unisti. I loro sistemi conciliano più o n1eno i vari elementi ond'è formata la natura umana. Di simili studi storici e sociali deve fornirsi l' istruzione moderna ad evitare gravi errori, a prevenire ingiustizie e colpe. Quando i liberali dissero di concedere, BibliotecaGino Bianco

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