, LA RIVISTA POPOLARE 357 di teorie, di sistemi fondati su poche ampollosità più re'- , toriche che scientifiche che stanno sul mercato, dà, in effetto, i risultati didattici ed educativi che si sanno. Tutto, tutto, concorre ad aumentare la babele e la confusione. Manca, già lo dissi, .al nostro tempo unità di fine e con-· cordia di animi; e però questa rabbia di contraddizioni, questa voluttà di reazione all'azione rende quanto mai laboriosa e difficile la gestazione di questo nuovo programma sociale, che doni finalmente l'auspicata pace, o presso a poco, alla schiatta umana sfatta per istanchezza. L'irresoluzione e la discordia limano, adunque, sordamente la nostra civiltà. Il nostro tempo è più dubitoso che scettico. Scettico fu il secolo xvi, che, sorvolando su tutti i problemi umani e trascurando come inane la ricerca di un vero positivo che sia il perno di una civiltà, visse di emozioni in mez.zo ad una, del resto gloriosa, iperestesia estetica. Il secolo xix, che già sta per morire nel xx, invece copre, con la cenere di una corruttela, di una rilassa,tezza di costumi e di una insaziabilità di godimenti non mai viste, un foco vivo di aspirazione ad un ideale della vita che le azioni guidi e la coscienza conforti. A questa vivida fiamma dette alimento il risorgi1nento delle arti e il progresso delle scienze; di talchè ben si può dire che l'alba della nuova età spuntò con l'aurora del rinnovamento scientifico. Come le scienze naturali e filosofiche aprirono le ostilità contro la decrepita concezione metafisica del mondo cosmogonico e-sociale, così cominciò ad imbiancarsi l'oriente della nuova civiltà. È più di un secolo oramai che, se ferve ancora la battaglia, nòn è più in dubbio l'esito finale. L'umanità ha vagellato per tanti secoli servendo le varie religioni che se ne han conteso il dominio. Da esse Biblioteca Gino Bianco· ,f
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