La Rivista Popolare - anno II - n. 12 - 1 luglio 1894

LA RIVISTA POPOLARE plauso della folla, ma il vero. Voglio, .fidato alla scienza, camminare ali' avanguardia. Non vive con l'umanità chi abbandoni l'esercito che la difende, e si ponga oltre i termini del possibile. Nè lento, nè precipitato; nè rigido, nè violento. Carlyle diceva che è capitale errore chiamare forza la violenza o la rigidezza. A. FRATTI. PSICOLOGSIOACIALFEINDISECOLO IV. A ritroso. Il pensiero moderno, co1ne un fiume dal letto troppo stretto per la massa delle sue acque, si spezza alla foce della realtà in mille bocche. Da questo disperdersi delle forze intellettuali in tante e sì opposte direzioni nasce la lamentata impotenza del nostro concetto scientifico a darci un programma di condotta individuale e sociale capace di far riposare 11 umanità e di rasserenare gli animi in una credenza chiara e determinata, che di fede tenga luogo, o sia la fede essa stessa. Tutto è in discussione, tutto è controverso, tutto è in istato di provvisorietà oggidì. La politica è un labirinto: il socialista, l'individualista, il liberale, l'ultramontano, il repubblicano, il 1nonarchico, ciascuno vi offre il suo filo conduttore e ve lo decanta e la vuol fare da Arianna; l'etica fluttuante e irresoluta tra il libero arbitrio e il determinismo, tra la sanzione divina e l'utilità un1ana; la morale pratica, a cagione .dello stato di convulsione della teorica, "dal pervertin1ento delle funzioni precipita alla dissoluzione organica; la pedagogia, una rete stretta di metodi, BibliotecaGino Bianco

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