LA RIVISTA POPOLARE 375 Quindi l'aborrimento suo da certi rigidi concetti di piemontesi che guardavano ben più alla saldezza della monarchia che al bene della patria. E le parole di ripugnanza e di schifo, pensando alla dedizione, o, meglio, al tradimento di Milano; la condanna dell'azione negativa e nefasta di Carlo Alberto; i rirn.proveri pit1 che giusti alle fazioni moderate piemoi1tesi, che si vendicarono di lui bassamente, giungendo perfino a trattarlo peggio di quello che l'Austria aveva fatto rovinando la sua modesta casa e l'orto paterno, e togliendo a lui, che viveva di lavoro, molti::;simi abbonamenti al suo Politecnico. Egli, amando più ancora la patria, si vendicò; si vendicò con nobili e generosi sdegni, con altissimi sensi; si vendica ora, l' immortal pensatore, lasciando ai presenti e ai posteri in questi Scritti sublimi una ricca miniera di pensieri belli, grandi, potenti, fecondi, che dalle miserie passate e presenti ci elevano nei cieli della scienza e dell'amore, e sono' viva e vera espressione delle più alte idee civili. FEDE I Passano gli evi. Supplicanti in vano a i templi ancor le pie donne conduce, terrifico mistero, il dio cristiano,- morta è l'antica luce. Non più il coro del popolo superbo de l'umana eguaglianza in faccz'a a Dio prega e canta, laudando, il mite verbo cui giovinetto anch'io cantava a i cenni de la madre. Lenta in dolce atto chinava il bianco viso la Vergine,· ne l'ombra sonnolenta il suo divin sorriso A. F. 1 Ci si è fatto talora rimprovero di non accogliere scritti di giovani. Il rimprovero è ingiusto, ed ecc~ne la ~rova. Questa poesia è di uno de' più distinti studenti del Liceo di Bologna, che poniamo ben volontieri fra i nostri collaboratori. Invitiamo anzi i giovani a scrivere di argomenti serii, in bella forma. Pubblicheremo sempre i loro scritti, a preferenza 0 di altri. Ma non ci mandino solo delle promesse. (N. d. D.) } jno Bf'atl · r , •
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