La Rivista Popolare - anno II - n. 12 - 1 luglio 1894

368 LA RIVISTA POPOLARE IL RIBELLE I V. L'umanità s1 svolge: passò il periodo luminoso dell'impero cinese, quello fantastico e poetico dei Veda; giacciono al suolo, testimoni impotenti di una civiltà che fu, gli obeli~chi egiziani, mentre la sfinge silenziosa ascolta il mormorio delle acque del Nilo. E sfolgora grandiosa la corruttela e la potenza di Roma; passano nel nembo di luce e di profumi gli idoli sacri e le divine figure di Nerone ed Eliogagabalo; per le strade ricche di marmi, di oro, di fiori, di luce, passa il trionfo di Messalina: il poeta non può cantare un ribelle, un ribelle che stonerebbe in quell'ambiente effeminato e corrotto, un ribelle che nuocerebbe alla potenza imperiale, poichè presentare il mito di Prometeo o dei Titani all'occhio, a] pensiero del popolo, sarebbe come eccitarlo a1la ribellione, al sangue, alla libertà; e un popolo che s1 solleva è un popolo che vince: ora il popolo deve essere schiavo. E quando alla schiavitlt dei corpi succede la schiavitù degli spiriti, a maggior ragione devono tacere i miti di Prometeo e dei Titani e di Satana: il cristianesimo soffoca tutto ciò; egli non ammette la ribellione, la scienza, il pensiero; no, egli vuole l'amore, la placida quiete, immersa nella pace snervante del dogma: il cristianesimo rimane orientale ed impone l'annegamento del finito nell'infinito, del1' uomo in dio. 1 La forza nello snervamento non esiste, non deve esistere; la forza deve essere annientata; tutto si deve inchinare dinanzi alla figura di Gesù, che è luce, salvezza, scienza; tutto rifuggire con orrore dalla figura di Satana, che è tenebre e morte; in quel1o annegar.;i delle coscienze nelle ebrezze mistiche, nelle contemplazioni ascetiche, dove hanno vita i muscoli? Dove i tendini e le ossa? Dov'è la forza? Tutto, tutto è fiaccato, la ribellione e morta: Prometeo e i Titani dormono, Satana è coperto di obbrobrì e di maledizioni, poichè la ribellione dell'umanità che pensa fu intesa come oltraggio a quel Gesì1 che stava in tutti i cuon e 111 tutti i pensieri. Solamente un'anima sdegnosa che sente e freme, quasi inconscia di quel che fa, getta un urlo di rivolta nella rima della affocata terzina: 1 Vedi fase. VII, anno II. 2 CARDUCCI, Lo svolgime11to della letteratura italiana, c. I. BibliotecaGino Bianco

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