La Rivista Popolare - anno II - n. 11 - 15 giugno 1894

LA RIVISTA POPOLARE La poesia dei poveri si appalesa in forma 1norale e filosofica prin1a d'essere politica; essa è serena e mite prima di scendere sulle pubbliche piazze agitando gli animi. Crabbe, ad esempio, non discese nel mondo della realtà sociale. Il povero di Crabbe non s' imn1ischia in cose politiche, è modesto e tranquillo, piange sui propri mali e muore in silenzio. Egli tende la 1nano umiln1ente, n1a però si 1nostra. Non attribuisce ai ricchi la propria n1iseria, 111a però rivela il proprio orrido stato. Non è ancora nulla nelle leggi, nulla nella società, ma ha già un posto nella letteratura. E la poesia dei poveri continuò il suo ca1n1nino. La povertà cominciò a sentii-e la grande forza di cui dispone: ella scese all'aperto, nè più n1endicò, Le sue grida e i suoi canti non furono ognora rivoluzionari, ma ella non fu più la rassegnata un1ile e taciturna. . L'artista aveva fatto una statua bella, 111afredda e inanimata; la statua discese dal piedistallo e assunse vita e gagliardia. Ed ecco gli strazianti lamenti e le eloquenti canzoni di Hood. Non tutti i poveri allora furon ribelli e fieri, ma tutti per lo n1eno si diedero alle agitazioni per i loro diritti. La n1iseria non fu più per essi la dura fatalità inesorabile. Non 111 inacciaronsi i ricchi, ma severa1ne1Ìte accusaronsi coloro che si eran fatti tiranni del lavoro e arbitri della vita dei poveri. Non odio fra le classi, ma odio all'egoismo di chi sovra le classi o nelle classi forma la casta degli spoglia tori. L'esercito dei proletari è una temibile potenza quando e·ssa è organizzata: Hood difese la causa di quell'esercito disperso come si difende la causa dei vinti. Nella rotta del cartismo, egli portò parole di pace e di amore, e prese a proteggere i caduti, i feriti, i reietti, a vendicare le ol- . traggiate mernorie dei morti. BibliotecaGino Bianco

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