LA RIVISTA POPOLARE parte staranno alcuni pochi grandissi1ni propretari e dal1 'altra tutto il resto degli uomini, ridotti alla assoluta indigenza. Quella sarà l'ora estrema della attuale società e del suo ordinamento economico. Bisogna, dunque, provvedere e sollecitamente, se non si vuole essere colpiti sul terreno economico da grandi catastrofi. I moti di Sicilia sono stati un salutare avvertimento. Molti, che prima negavano l'esistenza di una questione sociale in Italia, ora hanno aperto gli occhi. Intenderanno il significato di quelle somn1osse coloro che sono alla direzione dello Stato? E saranno al caso di provvedere? E cosa fanno ora, mentre nuove proteste· vengono di là, e s' odono già le ~esolanti minaccie del1a fame? Cosa fanno, fuorchè reprimere severissimamente?' Quali provvedimenti sociali studiano? Noi confessiamo di avere in ciò ben poca speranza; co1ne non abbiamo alcuna fiducia nel Governo e nel Parlan1ento. I quali, evidentemente, vivono in un ambiente, al di fuori della vita vera del paese; e il paese, divenuto ormai scettico, guarda con indifferenza e con disprezzo quanto si agita in quel microcosmo; la fiducia nelle isti- _tuzioni parlamentari svanisce. Il pubblico è ormai persuaso di assistere ad una più o meno interessante commedia. * * * Se il Parlamento è una mala bestia, ciò non vuol dire che in esso non si trovino dei boni viri, i quali, con intelligenza ed a1nore, si occupano delle nostre popolazioni e cercano di. provvedere ad esse, tanto per l' interesse e la simpatia che le disgrazie di quegli infelici inspirano, quanto per allontanare dalla società gravi tempeste, che su di essa si addensano. E sono, quindi, maggiormente B•bliotecaGino Bianco I
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