LA RIVISTA POPOLARE 34 1 Tutte le questioni umane, anche se per un tempo abbandonate, ritornano sul tappeto, si discutono, chiedono soluzioni pratiche. Se davvero tutti ci accingessimo a far qualche cosa di bene, a organizzare la beneficenza materiale e la morale anzi tutto, a organizzarla come un esercito, anche la violenza avrebbe l'armi spuntate, e gli odii di classe che sorgono all'orizzonte non avrebbero ragion d'essere. Chi non ha la disgrazia di appartenere al numero delle vittime del mondo sociale, aiuti, almeno in parte, chi soffre e può morir domani o perdersi causa l' indifferenza nostra. Il pensiero dominante della società, che desidereremmo già fondata, dev'essere la salute morale e materiale dell'infanzia per il bene comune. La protezione de' fanciulli deve nascere dall'amore. Sollevando le pallide fronti, educando le anime deserte d'affetti, consolando i cuori de' fanciulli appena questi ne sentano l'affannoso battito, continueremo l'ufficio di un'alta pietà ci~ile. Stringiamoci dunque d'intorno ai piccoli martiri. Lavorando per la beneficenza, lavoreremo per la giustizia e insieme per l'ordine vero. Dovremmo fare serenamente una vera rivoluzione nell'igiene e nella morale, nella beneficenza e nella giustizia, una rivoluzione altamente civile e umana che mutasse le lagrime in sorrisi. BICE CASTELLANI. L'ITALIA.' Spento -è ogni raggio d'ideale in noi Pigmei nepoti di Fabrizii e Gracchi; Tace onestà; trionfano i vigliacchi; Ne divorano i gufi e gli avoltoi. O dei martiri sogno e degli eroi, Quale, Italia, sei tu! ... . E ancor tu grac(/u' Di grandezza e di gloria? Indegni efiacclzi Tornan riso a le genti i figli tuoi. , , BibliotecçGi ~n~)3Lanço
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