La Rivista Popolare - anno II - n. 11 - 15 giugno 1894

334 LA RIVISTA POPOLARE cotesto disprezzo del rito eh' è guarentigia supren1a dei giudizi penali, coteste n1editate traine di tutte le polizie locali, di tutte le locali camarille rivoltatesi con1e vipere contro i Fasci, dopo averne da prima usufruita l'opera, dopo avere eccitato a fondarli e ad ampliarli, q_uando Giolitti era al potere e si voleva il potere per sè, cotesto scherno della libertà, comn1esso in tutti i modi, e della giustizia che solo nella libertà fiorisce, addolora più l'animo che la notizia di sì enorn1i condanne. Non 1nvochiarr10 noi amnistie; non le invocam1no mai. Non ci piace la doppia politica di certi governanti, che oggi si fanno belli coi paurosi chiamandosi salvatori delle istituzioni e il dì appresso si fanno belli coi generosi chiamandosi distributori di grazie. Invochia1no una giustizia con1une, una reale coscienza del diritto che impedisca per sempre simili enormità, e non ci lasci in preda a cotesta eterna vicenda di persecuzioni e di ripieghi, a cotesti ricorsi di 111ezza tirannide e di mezza libertà, date secondo gli umori dei politicastri ufficiali. Altri tempi verranno. Forse ci faranno dimenticare i ten1pi presenti. E sarà bene : potrebbero le nostre cittadinanze, ribattezzate alla nuova religione civile, ricordarsi che per anni interi fu abbarbicato al Governo e nelle Banche un gran polipaio di ladri, e che mentre la sublime voce di Barbato e degli a1nici suoi spegnevasi entro una cella, i barattieri della nuova Italia parlavano liberan1ente alla Can1era o attendevano, fra gli augurii di ex-eccellenze, le assoluzioni della giurìa. BibliotecaGino Bianco

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