La Rivista Popolare - anno II - n. 11 - 15 giugno 1894

33° LA RIVISTA POPOLARE Ed egli pensa alle glorie degli avi, dei baroni di re Giovanni, degli eroi della repubblica, dei martiri della libertà. Il francheggiamento del povero non ha più nulla di servile. Egli canta l' inno dell'unione, egli invoca la grande era della libertà é dell'onore: la giustizia sociale n' è la natural conseguenza .. Ba1nford però, egli pure, è troppo mite e troppo fidente in Dio, sebbene il suo vero scopo sia non quello di far credenti, 111a quello di portare alla luce i tonnenti dei poveri. Egli parla de' fanciulli erranti per le vie con accenti strazianti; parla, col pianto nell'anima, de' vecchi che tremano e vacillano, intirizziti già dai brividi della morte v1c1na. Elliot fu energico e costante, e, gagliardo come chi sorge dalle officine, sostenne intorno alle famose leggi dei cereali una lotta piena di fatiche e dolori im1nensi, ignoti a noi, ignoti a tanti poeti nostrani che cantano senza indirizzo e scopo, per puro diletto. L' ingegno suo non era vasto nè vario, 1na egli, come apostolo, cantava. Era monotono, e diceva: « che importa? se queste idee son necessarie e se non so trovarne di migliori? » I Ma le sue strofe agitavano i cuori di n1igliaia e migliaia di operai, e smantellavano le rocch/e dell' aristocrazia. I poeti dei poveri strinsero così la poesia alla politica, all'economia, a tutta la questione sociale, co1ne fa l'edera intòrno ai grandi e robusti tronchi d'alberi. Elliot combattè una battaglia assidua per anni interi contro le femose leggi dei cereali: abolite le leggi, le sue poesie perdettero valore, ma restarono come ese1npio spendido di popolare agitazione mercè il sentimento e la fantasia. « Vuoi tu strisciare a terra sotto le minaccie de' tuoi nemici? Non hai tu nascendo ricevuta un'anim_a? I cani BibliotecaGino Bianco

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