La Rivista Popolare - anno II - n. 10 - 1 giugno 1894

LA RIVISTA POPOLARE proibita ogni erogazione al di là di quelle stabilite per legge, non si riserba soltanto ai cittadini il diritto di votare nuove spese, nuovi aggravi o mutui, dando all'autonomia comunale il suo vero carattere che è quello di avvicinarla, per quanto più sia possibile, al Governo diretto, nei limiti compatibili con le esigenze dello Stato moderno? Ed infine, come si potrebbe rivendicare la vera tutela del Comune ai comunisti, il vero controllo degli amministratori agli amministrati, senza rendere effettiva la responsabilità dei magistrati municipali, mercè la facoltà, accordata a tutti i cittadini, di chiamarli, con procedimento spiccio e rapido, innanzi ai tribunali a re11der conto del male operato ? Convinto che senza il presidio di siffatte garanzie la libertà del Comune non potrebbe raggiungere quegli alti fini in nome dei quali si vuol rivendicarla, il Congresso respingeva I1ordine del giorno Arbib, affermante genericamente la con1pleta autonomia del Comune, senza determinarne I1indole precisa e la portata. ,Imperocchè il paese è oramai saturo e stanco di affern1azioni sintetiche e di aspirazioni indefinite che servono di pretesto alle maggioranze parlamentari per respingere anche le· riforme più urgenti, reclamate dal pieno consenso dell'opinione pubblica. Ciò che manca all' Italia non sono le affermazioni solenni, ma i diritti positivi; non le formole generiche della libertà, ma le garanzie reali- della libertà stessa, che vuol rispettate in alto come in basso; e nell'ambito del Comune reclama guarentigie tali che impediscano, ad un tempo,, le violenze del potere esecutivo e le mistificazioni delle congreghe locali, gli arbitri delle tirannidi e i trasmodamenti della libertà. o BiancQ

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