La Rivista Popolare - anno II - n. 10 - 1 giugno 1894

310 LA RIVISTA POPOLARE che racchiudon problemi e alle loro soluzioni, sebbene di volo, accenna. Tutto egli tratta con esperta mano .e con gran cuore, dai sacrifici e dai tormenti che debbono subire i ferrovieri sino alle irrisorie promesse, rispetto all'organico e ad altre gravi questioni, date dal Finali, dal Branca, dal Saracco. Tutti formati nello stesso stampo cotesti ministri-cariatidi del beato regno! L'autore s'addentra nella grave e oscura questione delle casse-pensioni, ove il deficit è come un enorme abisso senza fondo. Si tratta, nientemeno, di 70 milioni! L'autore addita la possibilità o probabilità di uno sciopero generale. Ultima ratio cotesta, se nessuno risponde all'appello di tanti proletari, se nessuno sente le loro grandi sciagure, se ritengonsi come perduelli i ferrovieri che alta la fronte difendono nobilmente innanzi all'assemblea degli azionisti i proprii diritti. E l'avvenire? Oh sia pure come l'autore augura! Quando lo Stato vigili e abbia garanzie di regolare servigio, venga pure la grande cooperativa dei ferrovieri ! L'avvenire in ogni modo sarà migliore. Felici quelli che verranno dopo di noi, diceva il Lamartine, poichè il secolo sarà bello. Ma non sarebbe necessario, stringendo le file e temprando le volontà, accelerare i tempi in cui scenda dai cieli la tanto invocata e tanto lenta giustizia? Il codice ferroviario è iniquo, duro, crudele: nuove vittime vi saranno: ma pure è stretto dovere che i ferrovieri s'intendano tutti. Essi sono un esercito: abbiano tutti una sola parola d'ordine e una sola bandiera. Cospirino onestamente e fortemente. Vinceranno. Raccomando il bello e utile opuscolo ai ferrovieri e a tutti gli am1c1. ANTONIO FRATTI, BibliotecaGino Bianco

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