La Rivista Popolare - anno II - n. 10 - 1 giugno 1894

LA RIVISTA POPOLARE Morto lo Spedalieri 1 il silenzio si distese su di lui e sulle opere !$Ue,e per anni ed anni non si parlò più dell'autore dei Diritti dell'uomo. Nel 1819 sperò un nipote dello Spedalieri che la congiura del silenzio, a danno di un morto, fosse cessata, e chiese il permesso_ di collocare nel Pantheon iì busto dello zio, accanto a quelli dell' Alfieri, del Goldoni, del Muratori. La collocazione del busto non venne permessa, segno evidente che Nicola Spedalieri faceva ancora paura ! Pur non si erano dimenticati tutti del filosofo da Bronte; pur egli « aveva sempre un culto nel cuore di quanti amano educarsi a liberi sensi»; e non è punto a meravigliarsi se Terenzio Mamiani, studiando qui in Roma nel Collegio Nazzareno, s'innamorasse per tempo dello Spedalieri e delle sue opere. « L'attrazione verso quella grande memoria (dirò col Cimbali) doveva essere, per_lui, irresistibile ; si sentiva anc0ra, diffuso per questo classico cielo latino, l'odore della polvere incendiaria, che egli aveva sparato con la sua celebre opera; durava ancora il sentimento d'orrore suscitato, negli animi pii o serv_ili, da tanta audacia; durava ancora l'onta delle persecuzioni subì te; si vociferava sommessamente sempre la cronaca del suo avvelenamento; vivevano ancora quelli che avevano amato e protetto l'eroico filosofo, e che, pur costretti a tacerne i meriti singolari, non volevano che tanta tradizione gloriosa andasse perduta». Più tardi, nella terra dell'esilio, questa tradizione gloriosa il Mamiani affidò ad una sua scrittura nobilissima, ad un dialogo filosofico, che appunto dallo Spedalieri prese il nome. Del filosofo da Bronte si incominciò a riparlare, e, grazie specialmente ad un giovane di cuore e di valore, Giuseppe Cimbali, lè opere di lui ritornarono a poco a poco ad esser pubblicate, lette ed ammirate. Questo pure è il caso di ripetere: il tempo è galantuomo! G. STIAVELLI. LA PRIMAVERA DEL POVERO Vaglzi augelli, che a voi tra le czme Dei verdissimi bosc!ti esultate, E un tripudio d1 amori e di rime Su pei nidi e fra i rami intrecciate, BibliotecaGino Bianco

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