LA RIVISTA POPOLARE 301 nazione I Non sapete quanto possa fare, come possa distogliere dal materialismo vile i giovani ardenti che vi si avvoltolano, mortificando i loro più delicati sentimenti in fiore, uccidendo l'anima loro schiudentesi ai sorrisi e alle speranze pri1ne della vita. ' Voi vedete come la poesia abbia vegliato sempre agli albori delle umane trasformazioni o delle iniziali battaglie per la libertà. E perchè ora non dovrebbe essa, eh' è resa. immortale, risollevarsi e gittare le sue strofe liete e solenni all'aria, ora che un popolo deve liberarsi dal fango e dai cenci in cui tutti cotesti suoi falsi amici l'hanno indegnamente gittato? Non s'apre nel n1ondo una nuova èra? Non si è già detto che il xx secolo deve nascere dal profetismo sposato alla scienza? Vogliamo sempre e solo udire codesta vil prosa dei parlamentari e dei banchieri? O non è mille volte più bella, più degna, più eloquente, la profetica poesia del pastore Amos o pure di Lucrezio, e meglio anche i tremendi versetti di Isaia ? Cotesta prosa borghese o bottegaià è troppo bassa e vuota. E non è neppur l'ombra della scienza. Siamo noi un popolo che debba disprezzare la poesia, tutto dimenticando, le glorie antiche e le moderne, le arti, che paiono sempre ringiovanire in questa povera nostra terra sì maltrattata e che rimangono· le sole nostre ricchezze, e la natural beltà ch'è dovunque, dalla limpidezza del cielo sino al verde delle più nascoste vallate? Noi, cui sussurrano sempr~ nella memoria le terzine e le ottave dei vecchi classici, echi dell'antica gloria? Una canzone di Hood o della Browning bastarono, in Inghilterra, a iniziare e ad accendere intere immense agitazioni, per il bene dei poveri, che il lavoro schianta e porta av.anti sera al cimitero. Biblioteca ~ino Bianco ., ..
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