La Rivista Popolare - anno II - n. 9 - 15 maggio 1894

LA RIVISTA POPOLARE lo Stato ricava degli utili dalle Casse postali. È vero che il Governo ha preso l'impegno di devolvere il frutto del risparn1io di tanta povera gente a benefizio della Cassa pensioni per gli operai impotenti al lavoro. Ma prima di questi veniamo noi, speranza del paese. La pri1na carità comincia da noi che facemn10 le leggi. Chiediamo perciò i tre decimi degli utili delle Casse postali per costituire il capitale della nostra Cassa » • È quasi probabile che gli stessi padri si dorranno del1' imprudenza di questi giovani ancora inesperti nell'arte della po-litica, che vogliono prestiti pei loro carnevali e li vogliono sul danaro del piccolo risparmio. I poveri risparmino per darlo ai figli delle classi dirigenti. Ma questo è ancor poco. Poichè questi figli non hanno sentito a parlare che del loro diritto, a chi proponeva un voto certo platonico co1ne questo: « L'asse1nblea affern1a il principio della universalizzazione della scienza inteso nel senso che tutti abbiano a godere uguahnente dei vantaggi dell'istruzione e dell'educazione », essi hanno risposto no, l'istruzione deve essere patrimonio di pochi, cioè di noi. Se ue rattrista anche un giornale non radicale di J\ililano, che studenti universitarii respingano anche questo principio I generico e nem1neno vogliano esprimere il desiderio che vengano educate e istruite tutte le classi sociali. Fortunatan1ente questi studenti, esso dice, sono poco studenti; ma intanto nel secolo dei lumi vi ha un congresso· che sogna e proclan1a il monopolio della scienza, il privilegio della istruzione, una nuova casta sacerdotale come i pontefici ' del dfritto ron1ano e i n1aestri co1nacini del medio evo. Co1ne i padri vogliono garantito il reddito· fondiario, i figli intendono protetto il reddito professionale. Questi giovani che ten1pestano per le sessioni straordinarie di esami, fischiano il professore che fa lezione, protestano BibliotecaGino Bianco

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