La Rivista Popolare - anno II - n. 9 - 15 maggio 1894

LA RIVISTA POPOLARE 281 rare l'orbita che han descritte fatalmente tutle le civiltà, ed entrare nel concetto che non sia possibile fondarne una nuova, ricca di umori vitali, finchè non sia sbarbicata addirittura la radice delle disuguaglianze sociali, 1a proprietà individuale. Il socialismo del Pisacane, però, non è genuino; è adulterato da un certo anarchismo, che gli fa dire i governi non essere altro che la costituzione statale della violenza, colla quale, solo, si pu0 occupare e tenere il potere. Questa mancanza, quindi, di termini di confine tra due sistemi, di natura e di origine contrarie, questa mescolanza di motivi diversi che non posso11O giammai fondersi o coagularsi in un tutto organico, dà una tal quale ambiguità all'opera; ma questo diretto e l'altro della scorrezione della forma sono compensati dalla densità e dall'originalità dei pensieri e delle vedute, dal calore delle convinzioni, dalla santità del fine, non meno che da uno stile serrato, caldo, immaginoso. * * * La casa editrice Galli di Milano, la feconda casa editrice dalle edizioni capricciosamente eleganti, ci fornisce, anche questa volta, di una doviziosa collana di romanzi, lutti italiani e tutti nuovi di zecca. Il migliore fra essi è, a parer mio, Fiat voluntas tua) della signora Virgtnia Guicciardi-Fiastri. E la storia di una fanciulla molto intellettuale maritata ad un onest'uomo di campagna che l'ama a suo modo, un po' volgarmente, ma non l' intende. Ella s' incontra, dopo parecchi anni di vita coniugale vedova di ogni emozione affettuosa, con un cugino del marito, dall'anima del quale la sua è tosto dolcemente chiamata. Quest'amore tocca il suo apogèo con un bacio dato e ricevuto. Il bacio desta le virttt, inebriate un momento, dei due nobili cuori e ciascuno s' immola risolutamente ai propri doveri. Il romanzo, in sul principio, procede un po' fiacco e prolisso, ma come si avanza nei meandri dei sentimenti e i caratteri assumono il loro completo sviluppo, il lettore è conquistato dalla semplicità commovente del racconto e dalla sobrietà dei mezzi che l'autrice usa. Quest'opera mi piace per le ragioni stesse che non la faranno piacere a molti; non v'è la rima obbligata dell' immoralità o della scostumatezza, e non vi si trova l'esagerazione del metodo psicologico. La passione, nondimeno, vi è viva, umana, pugnace, ma, grazie a Dio, · 1 ci è risparmiata la tesi morale o immorale; e però, ecco il valore etico della rappresentazione artistica senza sottintesi, riesce, senza sforzo e senza retorica, a far risplendere di viva luce i più alti ideali umani. La vittoria che i due amanti, che per un momento stanno per scivolare nell'adulterio, ottengono su di loro stessi, rampol1a così psicologicamente da tutto l'ambiente, dai loro caratteri, dalla natura stessa del loro affetto, che non ci pare impossibile la conchiusione quasi idilliaca di una forte passione. Questi effetti, però, la signora Guicciardi raggiunge perchè non si è proposta di scrivere secondo le distillazioni del metodo psicologico. L'analisi dei sentimenti v'è, e talvolta fina e non di rado profonda

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