La Rivista Popolare - anno II - n. 9 - 15 maggio 1894

280 LA RIVISTA POPOLARE I LIBRI NUOVI Rassegna letteraria della quindicina. VIII. SuMl\IARI0. - C. PISACANE, Saggio sulla rivoluzione 1 con prefazione di R. Cobjanni, Virano, Bologna - V. Gurc.CIARDI-FIASTRI, fiì'at voluntas tua1 Galli·, l\1ilano - C. GIORGINI-CONTRI, Lo Stagno1 Galli, Milano - EMMA TARUGI, La .famiglia Danie!is 1 Galli, Milano - FIDES, Il romanzo di un'anùna, Galli, Milano - KENNAN, Siberia1 traduzione di Sofia F ortini-Santarelli, S. Lapi, Città di Castello - THAYER, Tatto1 energia, principz 1 traduzione di S. Fortini-Santarelli, S. Lapi, Città di Castello. Va sulle bocche di tutti la fama delle virtù militari di Carlo Pisacane1 e del magnanimo sagrifizio che fece di sè alla libertà d' Italia; ma, benchè non sia ignoto affatto l' ingegno eh' egli ebbe, pochi veramente conoscono ed apprezzano la genialità che rivelò in questo « Saggio sulla rivoluzione » il quale ora i signori Malagodi, Olivetti e Graziadei esumano dall'oblio trentennale che ingiustamente lo teneva. Al tempo che il Pisacane scrisse, le teorie socialiste tentavano i primi passi come dottrina scientifica, e i raggi della rinnovata scienza economica filtravano a mala pena a traverso le utopie fantastiche di un Fourier 1 di un Saint-Sùnon 1 e mandavano qualche calore nei pensieri umanitari di un Owen. I socialisti, più derisi che invisi, erano sì pochi che non potevano essere contati nemmeno come setta. Mancava loro il credito delle masse 1 non meno che la determinatezza ed il prestigio alla dottrina. Ebbene, in questo clima così inclemente ad una primizia, Carlo Pisacane pensò e scrisse quest'opera mirabile per lo spirito di divinazione che l'anima. Ben si può dire che l'essenza del carattere di questo grande italiano fu la precursione: precursore nel campo del pensiero; precursore nel campo dell'azione ! Egli trovò sugli altari ed incoronata di alloro la teoria politica costituzionale ed i popoli prosternati, mentre i turiboli fumavano e gli osanna empivano l'aria, a propiziarsene la grazia, e non temette d' irrompere nel tempio e, iconoclasta novello, buttarla in terra. Con una felicità d' intuizione quasi profetica, egli vaticina tutt' i mali che avreb- .bero afilitta l' Italia laddove· non _si fosse guardata da questo Epimeteo tristo del costituzionalismo, ch'egli, argutamente, chiama governo ermafrodito ; e non una previsione non si è avverata ! Altra geniale divinazione è l' idea che sia sempre un'impostura parlare di libertà e di diritti politici mentre duri e si rinsaldi la schiavitù economica; e però egli svolge il pensiero che la società civile presente, il nostro evo storico, sia arrivata al punto che debba supeBibliotecaGino Bianco

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