LA RIVISTA POPOLARE 2 79 è un po' duro e la rima un po' stentata; il fraseggiare, poi, sa troppo del giornale conservatore, e il periodare sente troppo della prosa. Che il Baccelli, nello affrontare la quistione sociale, hn usato violenza a sè stesso, me lo dice anche il fatto che le altre liriche, messe di seguito a Vittime e Ribelli, sono migliori, molto, ma molto migliori, cli quelle che le precedono. In esse io ritrovo il poeta coscienzioso e accurato di Diva Natura, il poeta gentile di Leggenda del cuore; in esse alla correttezza della forma va unito il sentimento, ed alla immaginativa la grazia; in esse, sì, la poesia alita veramente. G. STIA VELLI. LA PREGHIERA DEL PEZZENTE « Perchè, o Gesù, pei ricchi hai tu creati Cava'lli e bovi e pecore e montoni, E per noi poverelli sventurati Solo cimici, sorci e piattoloni? Perchè tanti ventricoli affamati E tanti stanchi d' indigestioni? O buon Gesù, dai tuoi regni beati Torna_, meglio a rifar le porzioni! ... » Mentre· prega il tapino, ecco si stacca D'improvviso dal legno il vecchio Cristo, · E gli piomba sul capo e glielo spacca. Il curato, che, allor da una vendemmia Tornando, avea pe,r caso udito e visto: Ecco il frutto, gridò,. della bestemmia! G. LANZALONE • ., B1bhç>teca. Gino B1at)èo
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