La Rivista Popolare - anno II - n. 9 - 15 maggio 1894

I LA RIVISTA POPOLARE Tu dici, a mo' di conclusione: Voi che potete, in basso, in basso il ciglio, E cuore e braccia date a quei che langue: Corre nelle sue vene ii vostro sangue. Amor v'infiammi e carità! Sublime Questa s'innalza e splende in fra 1'umane cime. E venga_, venga 1'ora des·iata Che tutti stringa in un fraterno amore. Venga pure, quest'ora desiata! Ma, con la sola carità (e che intendi per carità?) credi tu che possa ella venir mai? Non la carità invochiamo, pel bene dei miseri, che pur ci sono fratelli, ma la giustizia; e questa si esplichi nel migliore dei modi, senza violenza, se è possibile, senza lotta, che sarebbe lotta fratricida, e perciò orribile·; si esplichi, se è possibile, con leggi riformatrici, leggi che solo potranno ottenere l' intento, se radicali. Si riducano le ore del lavoro manuale, che sono opprimenti, che vietano all'operaio di educarsi e di istruirsi; si fissi la mercede minima, onde il lavoro non sia piì1 sfruttato dagli speculatori ingordi; si alleggeriscano le imposte che gravano di preferenza sui piccoli proprietarì e, si riversano poi sui nullatenenti; si tassi invece la ricchezia, onde non assuma proporzioni esorbitanti, e· non abiliti, così, all'ozio; si obblighino i proprietarì a bonificare i loro terreni incolti, o si esproprino; si diano i lavori pubblici in appalto alle cooperati ve operaie e ·non ai singoli privati, onde questi non arricchiscano alle spalle di chi lavora; e allora, ma allora soltanto, o amico Baccelli, le vittime non si ribelleranno più, perchè non vi saranno piì1 vittime. Pure, anche allora, la famiglia umana proseguirà nel suo fatale andare verso lo stato perfetto, lo stato ottimo, la grande famiglia umana .... Si capisce, da quel che ho detto, che Vittime e Ribelli, come concezione, nori panni lavoro intieramente buono; ma, come arte, ha dei pezzi che mi paiono assai belli; e cito, ad esempio, le poesie I, II, III e VII. Il Baccelli possiede il sentimento della natura, e, nel ritrarre il paesaggio, riesce a bene, come pochi sanno. E così, in Vittime e Ribelli, sono i paesaggi, le macchiette, i quadretti di genere i pezzi migliori, i pezzi buoni, i pezzi veramente sentiti. Il resto non parmi sentito molto; il resto parmi voluto come a forza. Sbaglierò, ma il Baccelli, nello scrivere Vittime e Ribelli, ha fatto violenza al suo ingegno, che lo portava a cantare altro. Se è così, come credo, non poteva egli riescire a bene; nè a bene, infatti, è riescito. Il verseggiare BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==