La Rivista Popolare - anno II - n. 9 - 15 maggio 1894

) LA RIVISTA POPOLARE VITTIME RIBELLI I Alfredo Baccelli, il poeta coscienzioso ed accurato di Diva Natura, il poeta gentile di Leggenda del cuore, ha voluto, con Vittime e Ribelli, affrontare la quistione sociale, la grande quistione che preoccupa tutti, sia che sgomenti e spaventi, sia ohe conforti ed affidi, la quistione che, presto o tardi, per amore o per forza - e spenamo per amore! - dovrà essere risoln ta. Io avrei desiderato, avrei voluto, ::mzi, che Alfredo Baccelli, giovane di cuore e d'ingegno, si fosse schierato dalla parte degli oppressi, come vi si schierarono, tra i nostri poeti ed artisti, il Rapisardi, il Graf, il De Amicis, il Corradino, il Marenco, per non dire che di questi soli. Ma Alfredo Baccelli; se ben vedo, pur non schierandosi da11aparte degli oppressori (e come lo avrebbe potuto?), fa, in certo qual modo, il loro interesse, dipingendoci gli oppressi coi colori pitt foschi e più hrutti, rappresentandoceli quasi tutti come una ciurma di incendiad (v. poesia V), di demagoghi declamatori (v. poesia VIII), di lapidatori (v. poesia IX), di ubriachi (v. poesia XI), di scioperanti turbolenti (v. poesia XII), di rivoltosi sanguinarì (v. poesia XIV), di· bombardieri (v. poesia XV). Pochi sono quelli che Alfredo Baccelli non bolla come malfattori; e questi pochi sono coloro soltanto che, pur soffrendo fame e stenti di ogni sorta, non si ribellano, come se. gli oppressi non dovessero che soffrire e tacere, non dovessero essere che vittime, vittirne eternamente. Per queste, sia il pastore che, conducendo l'armento altrui, muor di febbre nella campagna romana (v. poesia I); sia il mietitore che cade sfinito dall' opra lunga ed ingrata ,sotto i raggi del sol cocente (v. poesia II); sia la balia che dà il suo sangue ai figli degli altri, mentre i suoi « hanno un buio tugurio, poc' acqua e poco pane » (v. poesia III); sia il contadino cui la grandine e la piena rapirono la speranza del pane (v. poesia IV); sia la moglie dell'operaio che, estenuata dalla fame, non ha latte nell'arida e stanca po]>pa per nutrire il nato dalle sue viscere (v. poesia VI) ; sia il poveretto che, non avendo pitt da pagare la pigione di casa, vien messo sul lastrico dal 1 A. BACCELr.r, Vittime e Ribdli. (Roma, Stab. Bontempelli, 1891) . BibliotecaGino Bianco •

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