266 LA RIVISTA POPOLARE piego, e cresceranno la burocrazia, e aumenteranno le tasse, e inaspriranno anche gli esami di licenza. La sovrapopolazione intellettuale è un fatto che nulla potrà impedire: le file delle professioni superiori traboccano. In Austria vi è già un proJetariato medico che vive peggio dei salariati. Ovunque laureati si affollano intorno ai posti più n1eschini che vengono offerti sulla piazza. Una crisi si avanza e più terribile di ogni altra crisi industriale. Ma sono i figli delle stesse classi dirigenti che si fanno la concorrenza. Lo stesso Rogers nota che « l'istruzione prin1aria data ai poveri non ha valore di scambio. Se tutti gli operai andassero all'Università, il loro salario non sarebbe aumentato, ma aun1enterebbe solo per quelli che si elevassero sulla folla. L'operaio farebbe meglio e più presto; il che sarebbe un vantaggio pel padrone; le sue cognizioni non gli profitterebbero se non per quanto le "applicasse al suo mestiere o a concertarsi coi suoi compagni per esigere una n1aggiore rimunerazione. L'educazione è vantaggio nazionale e meno personale. L' individuo non guadagna che indirettamente, all'istruzione universale ed obbligatoria; invece la nazione ci guadagna molto, perchè una razza istruita supera una razza ignorante » . È _perquesto motivo che secondo il calcolo di SchulzeGaevernitz per un lavoro a cui sono necessari 3 inglesi e 6 svizzeri, si richiedono r 3 italiani e 2 5 indiani. Meditino quei giovani sulle parole di Rogers e pensino quanto vi sia nel concetto di sovraproduzione della intelligenza di paradossale e di inun1ano. G. SALVIOLI. BibliotecaGino Bianco
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