LA RIVISTA POPOLARE da giorni e giorni. . . Calava la notte, intanto; e al .figlio questa ninna-nanna cantò la mesta, con voci aspre e rotte, mentre tremava, al freddo, come canna: - Dormi, o .figlio di nessuno, dormi, e smetti di gridar; lo so anc!t'io che sei digiuno, 111ache mai ci posso far? Babbo tuo l'hanno ammazzato, ed il pan mamma non lza. .. Se così .finora è stato, così sempre non sarà. Dormi, e .fida... non ùt Dio, c!tè pei poveri non c' è ; sappi ben, piccino mio, sperar dei, ma solo in te! Hai due braccia, crescerai, come il babbo, ardito e .fier; babbo tuo vendiclzerai, questo, o bimbo, è il tuo dover. Dormi, e cresci, o demonietto, cresci libero, o .figliol; ed il mondo io ti prornetto, poi che il mondo è di chi vuol! - Dorme il bambino; indi a poco la nzadre chiuse al sonno ella pur gli occhi dolenti, e il can russa. Silenzio. Di leggiadre larve piena è la stanza de i tormenti. GOLIARDO II. BibliotecaGino Bianco
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