LA RIVISTA POPOLARE cetto degli Stati Uniti d'Europa, anzi del mondo intero, 1 la supera. Ma noi ben poco facciamo per proseguire quei concetto, che poteva e doveva compenetrare in sè non le sole rivendicazioni politiche. In ogni n1odo·, giorno verrà, se pure io non farnetico, in cui questa unità, che deve più innanzi compiersi in I seno al mondo civile, si andrà a mano a mano compiendo 111seno ai diversi partiti. Chiedi ad essi cosa vogliono, e tutti risponderanno che vogliono fonnare l' umana famiglia: parla ad essi di patria o di regime o di comune, e vedrai che i più ora ti parleranno di un1anità. Ma poi spesso si costruiscono un caldo nido, e in esso ~i ritirano, covando le idee del futuro. E l'umanità li perde di vista, com' essi hanno perduto di vista l' un1anità. È d'uopo con essa camn1inare, con essa pensare e agire, per essa sempre, non a scopo di raggiungere certi nostri fini speciali, ma di raggiungere i suoi, non di sfogare le nostre speciali ire e vendette, 1na di riassumere in grandi e generose opere i secolari suoi sdegni e i dolori. Passano nel calendimaggio, per la mente che affretta l'avvenire, le strofe dei poeti 1nessaggieri delle buone novelle, precursori delle forti prove: dalle strofe dello Shelley a quelle di Hugo, di Withn1an, di Rapisardi. Passano lasciando traccie di fuoco nelle ani1ne. E illun1inano il n1ondo. E la voce della poesia, come quella della scienza, ap- . partiene a tutti e a ciascuno. Verrà giorno in cui quello 1 Vietar Hugo dice che l' umanità, nazione definitiva, è sin da ora intraveduta dai pensatori, da codesti contemplatori delle penombre; ma ciò cui assiste il XIX secolo è la formazione dell'Europa . . ' BibliotecaGino Bianco
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