La Rivista Popolare - anno II - n. 7 - 15 aprile 1894

I 9 8 LA RIVISTA POPOLARE Quella voce che venne a noi dagli antichi biblici profeti, che non tacque mai, anche se con1pressa in ge1nito, poichè fu seinpre l'espressione del dolore umano che non può essere spenta da tiranniche violenze, e che talora si esprime pur troppo fra triste ire e basse umiliazioni, deve , manifestarsi libera e serena, come la voce del diritto negato che prelude alla sua non reinota vittoria. E sarà non vittoria di classe, ma di popolo. La questione sociale deve farsi u111ana,o, 1neglio, vieppiù un1ana. Chi non osa procedere a capo del moto, proceda. Il socialista che si raggomitola nella propria scuola non vive con l'umanità, ma con sè medesi1110.Il repubblicano che discute solo di cose politiche, dimentica uno degli ele1nenti essenziali alla vita sociale, specialmente poi in questa se1npre fiorente modernità di pensieri. Il borghese che si ritira, pa11roso, e giudica il n1ovimento presente dall' irruenza e dalla violenza cieca di pochi che turbano e macchiano e forse inceppano quel moto stesso, si rende cornplice nella sua timida inerzia, nella solitudine, dei mali presenti e dei possibili pericolosi effetti di rimedi subitanei e strani. Una te1npesta sociale, senza indirizzo alcuno, senza l' ausilio di una costante virtù, senza la fraterna cooperazione dei migliori, che siano pronti all'opera, forti 1na saggi, accumulerebbe rovine sul campo sociale, non e1nanciperebbe alcuno. E pure dovrebbe essere così caro a chi ha cuore e così degno per chi non aspira al vano bacio di una falsa • • f glona, n1etters1 d'accordo per celebrare, fin da ora, la vittoriosa lotta dell'uomo contro. la materia, e il riscatto di tutte le vittime delle politiche e sociali iniquità l (Continua) A. FRATTI. BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==