LA RIVISTA POPOLARE Fra le questioni all'ordine del giorno era la seguente: « Vie e mezzi per raggiungere le rivendicazioni sociali ed econo1niche » . Il 2 o luglio, nel salone delle Fantasie Parigine, presenti De Paepe, Liebknecht, Bebel, Adler, Vol1nar, Willia1n Morris, Costa, Iglesias, Volders, Guesde, Lafargue ed altri, il delegato a1nericano Busche chiese si votasse una proposta tendente a una festa mondiale, a una manifestazione annua per la riduzione della giornata ài lavoro. E ne fu subito da tutti approvata la 1nassima. Ma quale data scegliere? Chi accennava al 14 luglio, chi al 2 1 setten1bre, ecc. Il delegato americano osservò che la Federazione Americana del Lavoro aveva deliberato nel dicembre r 888 che la grande manifestazione si iniziasse il r O maggio r 890. Nell'adunanza intanto si sparse rapida la notizia che una contro-di1nostrazione di anarchici, capitanati da Brunet e da Faure, si appressa va per in1pedire il voto delle ultime risoluzioni. Ma il cittadino Deville mise ai voti la proposta che venne accettata unanime1nente: l' opposizione anarchica cadde così nel vuoto. E d'allora in poi (è superfluo dirlo ai nostri lettori) la n1anifestazione è stata davvero solennissima, specialmente a Londra, a Vienna, a Parigi, a Bruxelles, a Berlino. In alcune delle grandi n1etropoli centinaia di migliaia di operai, tutti ornati di fiori, con le loro donne e i fanciulli, preceduti da araldi a cavallo, convengono fra le mu~ siche e i canti nei grandi parchi, dimenticando per un'ora le pene che soffrono ogni dì, abbandonando l'anima anelante in braccio alla speranza di migliori tempi, sorridendo al bel sole di 1naggio affinchè possa almeno baciare, n~lla sognata età della sociale giustizia, le pallide fronti dei fanciulli che nascono fra i cenci solo per il dolore e il pianto. BibliotecaGino Bianco
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