LA RIVISTA POPOLARE * * * 223 Se dobbiamo in Africa mentire alla civiltà e aggiungere nuove barbarie a quella che là esiste, sarebbe ottimo proposito, sarebbe più che civile abbandonarla per sempre. Nei gi0rni scorsi vari deputati socialisti e progressisti rivelarono al Reichstag tedesco gravi infamie perpetrate dalle autorità coloniali tedesche agli indigeni nell' Africa occidentale. Le rivelazioni sono confermate. Si narrano cose orrende. Donne uccise, sfregiate; poveri sprigionieri legati all'albero maestro di un vapore, e lasciati ivi morir di fame; altri tagliati a pezzi; altri sottoposti allo scuoiamento del cranio; varie donne furono, in una notte, sottratte alla carcere, e alcuna fu violata dallo stesso vice-governatore. L'impressione è davvero orribile, in tutta la Germauia, e nel mondo civile. E noi europei osiamo vantarci civilizzatori! Quando in Africa portiamo qualcosa di civile e di umano, v1 portiamo il bordello e la forca. * * * Continua la polemica sulle parole dette da re Umberto al cornspondente del Figaro. Non diciamo nulla. su quelle parole, che certamente stonano me:;se a confronto con quelle testè pronunciate dall' on. Cr.spi. Nè diciamo nulla delle varie opinioni dei giornali francesi. Noi tutti, giornalisti, siamo pettegoli, sì che tante volte sembriamo comari cinguettanti per la via. ' . E orrendo riaccendere sempre il tizzo della discordia fra due popoli, ma è, d'altronde ingenuo, anzi infantile commentare tanto le parole de' principi, mentre si sa eh' eglino, secondo i consigli della vecchia diplomazia, per lo meno tacciono intorno a ciò che è vero. ·Chi è che non parla di pace oggi? Tutti i re dd mondo preparano la guerra, combinano la guerra, molti di essi la vogliono, la sognano, nell'illusione che sia l'unico rimedio eroico alla bancarotta che minaccia, o come diversivo alla rivoluzione, ma pure dicono che anelano alla dolce pace, alla quiete, al riposo. Ci creda altri, io no. . STENIO. Dedicheremo tutto il prossimo numero del« Pri1no Maggio>> a importantissime questioni sociali ed economiche. Duolci, per abbondanza di materia, di non aver potuto pubblicare vari articoli già inviatici per questo numero, e ne chiediamo scuse ai nostri collaboratori. LA DIREZIONE.
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