La Rivista Popolare - anno II - n. 7 - 15 aprile 1894

212 LA RIVISTA POPOLARE Paradiso perduto, ci racconta la ribellione dell'arcangelo a dio, la guerra feroce, implacabile, dei pochi contro i molti, del pensiero incarnato in Satana contro la potenza celeste. Ma il ribelle è \'into, e dal fulmine è prnslrato nell'abisso, come Prometeo è avvinto alla rupe. E quale era il peccato di Satana? Egli voleva conoscere, egli si sentiva invaso dalla sete ardentissima della scienza, quella sete che invade oggi il sapiente e l'umanità, desiderosa di liberarsi dalla tetraggine delìe tenebre. Ed egli fissò il dio, il sommo Fattore, e, come oggi il filosofo, domandò: Qual è la tua essenza? Sei una illusione o una realtà? Qual è il principio dei mondi? Quale il principio del1' essere? Era il pensiero che sorgeva contro l'ignoto; era la luce che voleva sprizzar fuori dalle tenebre, spezzando, evaporando, ciò che vi si opponeva; era il divino pensiero, il libero pensiero, che ha tanti martiri e tanti eroi, che oggi è giunto a sì alto punto nel suo cammino, travagliato sì a lungo dai lamenti delle vittime e dai riflessi dei roghi; era il pensiero dell'uomo, che per la prima volta s'innalzava a scrutare entro il mistero, e che si ribellava alla ferrea necessità del dogma. E Satana, che è il primo ribelle, è la prima vittima. (Continua) ALFREDO NICEFORO. NOTTE D'APRILE De la terra è vasto il seno: Pure, in tanta estensione, Non v'è un palmo di terreno Cli'abbia me per suo padrone. Io non vo' nulla pretendere. · Vasto è il inondo ? J';; un gran di sabbia. E, a veder tanto contendere, Io ci rido e con che rabbia ! Dinamite? ... propaganda Sciocca ! pazza, ùzutil guerra ! Tutto ciò che in aria manda Ci ricasca sulla terra. BibliotecaGino Bianco

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