La Rivista Popolare - anno II - n. 7 - 15 aprile 1894

LA RIVISTA POPOLARE altra ulteriore riforma. Nell'America del Nord il movi-· mento si a1npliò subito in modo singolare. Ivi nel 68 una legge limitò ad otto ore il lavoro degli operai dello Stato. Cleveland chiamò buona e giusta la legge, la volle rigorosamente• applicata, n1antenendo per gli operai il salario normale. Nell' 8 5 l'agitazione, in America, si estese più ancora, meravigliosamente. Iì Comitato del partito operaio repubblicano consigliava di evitare provocazioni, di non dar pretesto di cruente repressioni alla polizia e di cattivarsi la n1aggioranza del pubblico. In pochi mesi 150,000 operai avevano conquistato le otto ore; altre centinaia di 1ni- ~liaia stavano per conquistarle. Nel 91 lo Stato dell'Ohio adottava la riforma con imponente maggioranza. Così fecero altri Stati. L' Inghilterra, prima di giungere alla giornata di nove ore, aveva già promulgate cento leggi protettrici del lavoro. I capitalisti e gli industriali si opponevano, e tentavano, benchè quasi sempre invano, di frodar la legge. Non giovarono a nulla i loro sforzi e le loro astuzie. Ora, ogni giorno, apprendia1no che in Inghilterra la riforma si estende, eh' é applicata nel grande arsenale di Woolvich e negli altri arsenali dello Stato, e che molti industriali, dopo avere invano lottato, ora cedono il campo, seguendo l'esen1pio dato dal governo. In Francia, in Germania, in !svizzera, in Austria, più o meno, le otto ore vengono a mano a n1ano accettate dai governi locali e dagli industriali. I più renitenti si,amo noi, italiani, 1ns1eme ai russi, agli spagnuoli e ai turchi. cialista, pure sei ore, Hync1mann quattro, Lafargue tre, Reindorf e Noble cli New-York due, Yoynes un'ora e mezzo, Guesde, in un recente discorso a Roubais, un'ora e 20 minuti (almeno così dovrebbe essere, dicono, se tutti fossero lavoratori). BibliotecaGino Bianco

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