La Rivista Popolare - anno II - n. 7 - 15 aprile 1894

208 LA RIVISTA POPOLARE sofo o tribuno, astronomo o milite, fra le ricchezze o nella miseria, sale fino al trono degli Dei. Dessi vivono, gli eretici, i ribelli, i precursori dell'età nuova, e mai morranno; cesserà il primo di rimanere avvinto alla rupe, e il secondo di sognare lotte e vittorie negli abissi dell'inferno cristiano; e allora vinceranno, allora quando, come in una quiete diffusa di luce e di azzurro, l'umanità avrà riposo. La battaglia del sentimento è quella di Amleto e di Fausto, quella del pensiero è la battaglia dell'eroe ribelle. Ed ogni volta che ·un poeta sentì agitarsi nel cervello questa forza indomita, questa ribellione a tutto ciò che è falso, opprimente, signoreggiante, egli estrinsecò questo suo sentimento forte e poderoso, cantando una di queste due fantastiche figure: Prometeo, Sata11a; e siccome accanto a Prometeo che si ribella a Giove, e a Satana che insulta Geova, il mito narra dei Titani che clànno la scalata al cielo, fior di eroi, nella Jotta ineguale, cusì il poeta cantò insieme ai due ribelli anche i giganti di Grecia: vediamo in quali forme questo concetto di guerra e di ribellione, che il poeta estrinseca dalla sua anima per gittarlo come sfida all'Essere supremo, si manifestò attraverso il corso dei secoli. II. Nel mondo orientale, molle, snervato, superstizioso, non poteva svolgersi il concetto di un eroe che sì ribella a dio: in Cina tutto era marmorizzato, pietrificato; era una immobilità teologica che costringeva uomini e cose, pensieri e azioni; non v'è individuo, perchè assorto dalla famiglia, e questa dall'emblema dello Stato, e l'emblema dall'imperatore, e l'imperatore finalmente dalla tradizione, che si porge come fato esclusivo, unilaterale, indiscutibile; non v'è libertà, perchè lo schiavo è servo del desp ,ta, e il de.-;pota è legato alla tradizione; il pensiero è farisaico, obbediente alla sillaba, alla lettera immobile: la coscienza individuale non esiste. L'Egitto è pure rinserrato nei ferrei legami delle sue caste : il pensiero è vincolato, atrofizzato nelle pastoie teologiche; tutto è sacro, tutto è divino, e come tale non suscettibile a critica; il corpo è servo del sacerdote, il pensi·ero è servo del dio; non gli si dà nemmeno la facoltà di muoversi: nella inazione si atrofizza. Ivi allora non poteva certamente sorgere il mito di un eroe che poderosamente si ribella al dio; l'ambiente non permetteva la feconBibliotecaGino Bianco

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